La Russa presidente del Senato

È tempo di protocolli, procedure, primi applausi. È tempo per la 19esima legislatura, con l’elezione dei presidenti di Camera e Senato: un passaggio propedeutico per l’iter che porterà alla formazione del nuovo Esecutivo.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, assicura: “Saremo pronti anche come squadra di Governo”. Parole, queste, giunte a corredo dell’intesa raggiunta dal centrodestra sulla presidenza del Senato. Sullo scranno più alto di Palazzo Madama – con 116 voti su una maggioranza di 104 – sale Ignazio La Russa, il quale in mattinata afferma di essere convinto che la coalizione sarà compatta. E il leghista Roberto Calderoli spiega: “C’è l’accordo sul nome di La Russa. Volentieri faccio un passo indietro per il bene del Paese”. La stessa Meloni, sull’ex ministro, nota: “Penso che dimostri che, al di là delle normalissime interlocuzioni, la maggioranza lavora per rimanere compatta e andate sempre più veloce”. Per Forza Italia, per esprimere il voto per il presidente del Senato, passano sotto il catafalco solo Silvio Berlusconi e la presidente uscente, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Sessantasei sono le schede bianche, due voti a Liliana Segre e altrettanti per Calderoli.

Soddisfatta Meloni: “È un politico dall’intelligenza rara e dalla tenacia altrettanto introvabile. Un uomo orgoglioso della sua identità politica ma che ha sempre saputo mettere il senso delle istituzioni al servizio di tutti gli incarichi che ha ricoperto nella sua carriera. E che siamo certi farà altrettanto bene, con autorevolezza, competenza e imparzialità, alla presidenza del Senato”. Così il Cavaliere su Facebook: “Sono lieto per l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato della Repubblica. Non solo non ho mai avuto alcuno scontro con lui, ma stiamo collaborando lealmente e in pieno accordo per dare al nostro Paese un assetto istituzionale stabile e un governo forte e coeso. Congratulazioni, Presidente!”. E in un lancio di agenzia, si legge: “Sinceri auguri al nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Forza Italia ha voluto dare un segnale di apertura e collaborazione con il voto del presidente Berlusconi. Ma in una riunione del gruppo di Forza Italia al Senato è emerso un forte disagio per i veti espressi in questi giorni in riferimento alla formazione del Governo. Auspichiamo che questi veti vengano superati, dando il via ad una collaborazione leale ed efficace con le altre forze della maggioranza, per ridare rapidamente un governo al Paese”. Alcune immagini, per la cronaca, ritraggono uno scambio “verbale” tra La Russa e Berlusconi. Franco Zaffini, senatore di FdI, precisa: “Ero vicino ad Ignazio La Russa e Silvio Berlusconi quando i due stavano parlando e smentisco che il gesto di stizza di Berlusconi fosse rivolto verso La Russa, ma piuttosto riguardava la vicenda. Tanto è vero che dopo ha votato a favore di La Russa”.

La Russa, nel suo discorso, rimarca: “Il mio è un compito di servizio, non devo cercare oggi agli applausi, non devo dire parole roboanti o captare la vostra benevolenza. Lo dovrò fare ogni giorno, le scelte che dovrò fare a volte piaceranno a volte non piaceranno. Non c'è bisogno di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il presidente di tutti… non ci crederete ma non l’ho preparato minimamente un discorso ma certamente prima dei ringraziamenti, che sono abituali e sentiti, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, quelli che non mi hanno votato e quelli che si sono astenuti e se mi consentite quelli che mi hanno votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra”. Anche perché, conti alla mano, La Russa è eletto senza i voti di Forza Italia. Così, un aiuto, giunge da esponenti non di maggioranza. E non mancano i primo botta e risposta nella minoranza. Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, twitta: “Irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall’esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà. Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza”. Immediata la replica di Carlo Calenda, leader del Terzo Polo: “Sì, Enrico. La tua. Noi diciannove voti non li abbiamo. E siccome queste cose si vengono sempre a sapere alla fine, ti consiglio di cancellare questo tweet. Invecchierà male”.

Trovata quella che sembra essere a tutti gli effetti la quadra, per evitare altri inciampi che non farebbero bene al centrodestra, la coalizione uscita vincente dalle elezioni del 25 settembre sta ultimando la discussione su chi sarà presidente della Camera. Il candidato numero uno è Riccardo Molinari della Lega. O per meglio dire: era. Già, perché in serata il leader della Lega, Matteo Salvini, puntualizza: “Ho chiesto a Riccardo Molinari la disponibilità a proseguire il suo mandato da capogruppo della Lega a Montecitorio, nonostante avesse tutte le carte in regola per fare il Presidente della Camera. Molinari è stato e sarà il miglior capogruppo possibile, ruolo per me politicamente più rilevante per i prossimi cinque anni”. Da qui l’incontro del Capitano con i vicesegretari Andrea Crippa, Lorenzo Fontana e Giancarlo Giorgetti. Quest’ultimo rimette a Salvini la decisione per un eventuale incarico nel futuro Governo (al Mef? Non a caso, la stessa Meloni chiosa “credo che Giorgetti sarebbe un ottimo ministro dell’Economia”). Fontana, già vicepresidente della Camera, è a questo punto il candidato per lo scranno di Montecitorio. Con probabilità ne sapremo di più domani, quando si andrà al quarto scrutinio. Resta in piedi, poi, il dibattito sulla formazione del Governo, ossia sulle caselle da occupare. Così Meloni: “Io sono sicura che tutti si rendano conto che a questa nazione serva un Governo e noi abbiamo una responsabilità che gli italiani ci hanno affidato. Io sono una persona responsabile, confido che anche gli altri siano responsabili. Sono contenta che oggi siamo riusciti a eleggere il presidente del Senato. Confido che domani eleggeremo quello della Camera: il segnale che voglio dare all’Italia è che noi lavoriamo per fare immediatamente tutto e spero che anche gli altri vogliano fare lo stesso. Lo verificheremo”.

Da segnalare, come postilla di colore, un siparietto tra Silvio Berlusconi e Guido Crosetto, con il primo che dice: “Come stai? Sei sempre più alto”. Il Cavaliere, a seguire, confessa: “Non conto gli anni”. Questa la dichiarazione per il suo ritorno da eletto in Senato, dopo la decadenza del 2013. Zoppicante a causa di una caduta avvenuta qualche giorno dopo l’inizio della campagna elettorale, l’ex premier ricorda: “Ho fatto un salto indietro di cinque metri. Poteva andare male, i medici mi hanno detto che si poteva morire”.

Aggiornato il 14 ottobre 2022 alle ore 10:00