
L’ultimo tango di Mario Draghi? Sì, no, forse. Da una parte l’ex banchiere della Banca centrale europea che rassegna le dimissioni (“è venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di Governo”) dopo la votazione di ieri in Senato, con il mancato voto di fiducia del Movimento Cinque Stelle sul Decreto Aiuti. Da lì la salita al Colle da parte del premier e la risposta di Sergio Mattarella: il Capo dello Stato respinge le dimissioni. Draghi, così, mercoledì si presenterà in Parlamento e riferirà alle Camere. In meno di una settimana tanti scenari possono cambiare. E le prossime tappe saranno cruciali.
Il fronte grillino
Sotto i riflettori, inevitabilmente, i grillini. Spifferi dai corridoi pentastellati muovono verso una ipotesi, ossia che il M5S possa ritirare i suoi ministri prima del 20 luglio. Su questo punto sarebbe in corso una discussione interna. E l’idea è finita anche nell’agenda del consiglio nazionale di ieri. Ma non mancano le polemiche. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, sbotta: “Il M5S non c’è più, ora si chiama il partito di Conte. È un partito padronale che ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all’unità nazionale”. Non solo: “Se da mercoledì andiamo in ordinaria amministrazione, non potremo fare quasi più nulla di ciò che serve per superare la crisi economica. Parlo del decreto di 15 miliardi contro il caro bollette. Non abbiamo i poteri per fare la legge di bilancio e andremo in esercizio provvisorio. Non abbiamo più il potere negoziale ai tavoli internazionali per ottenere il tetto ai prezzi del gas. È da irresponsabili non capirlo”. Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, lasciando la sede del Movimento fa sapere: “Si è dimesso il presidente del Consiglio, di fatto è il governo dimissionario”.
Che farà Draghi?
L’atteggiamento di Mario Draghi è risoluto. Il suo intervento non lascia trapelare ripensamenti. In Aula, ieri, non gira troppo intorno alla questione: “In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di in Parlamento, questo sforzo non è stato sufficiente”. I partiti, giocoforza, sono in pressing su Draghi, per capire se ci sia l’opportunità di tornare in Parlamento e mettere in piedi una maggioranza che possa stare al fianco del Governo, anche senza il M5S. Anche se c’è chi, invece, vuole le elezioni subito.
Forza Italia-Lega: impossibile contare sul M5S
In una nota congiunta di Forza Italia e della Lega, al termine di una telefonata tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, viene ribadito: “Lega e Forza Italia prendono atto della grave crisi politica innescata in modo irresponsabile dai Cinque Stelle che, come ha sottolineato il presidente Mario Draghi, ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. Dopo quello che è successo il centrodestra di Governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento Cinque Stelle in questa fase così drammatica. Noi siamo alternativi a chi non vota miliardi di aiuti alle famiglie, a chi si oppone a un termovalorizzatore fondamentale per ripulire Roma e tutelare così milioni di cittadini, a chi difende gli abusi e gli sprechi del reddito di cittadinanza, a chi sa dire solo dei No”.
I commenti
Carlo Calenda, leader di Azione, twitta: “Dobbiamo lavorare per un bis di Draghi. Lo richiede la sicurezza dell’Italia. Ma senza un chiaro impegno della Lega ad abbandonare la linea “diversamente 5S” e la consapevolezza dalle parti del Partito Democratico che Conte non potrà farne parte, è meglio astenersi ed evitare ulteriori figuracce”. Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, insiste: “L’unica cosa che non possiamo permetterci è galleggiare. C’è la guerra in Ucraina, una difficile situazione economica, energetica e sanitaria, l’Italia ha bisogno di un Governo forte e coeso per attuare il Pnrr, varare la legge di bilancio, affrontare la crisi derivante dall'inflazione e continuare a contrastare la pandemia. Quindi, o c’è la fiducia o si va al voto. Non possiamo tornare alla politica dei “no” e dell’assistenzialismo: o consentiamo a Mario Draghi di lavorare al meglio, senza dannosi compromessi al ribasso, oppure è meglio il voto”. E anche: “Aprire una crisi per l’indispensabile termovalorizzatore di Roma dimostra l’irresponsabilità di Giuseppe Conte e dei Cinque Stelle, che evidentemente hanno a cuore solo i loro piccoli interessi elettorali e non quelli del Paese. Il centrodestra sia compatto perché, in caso di elezioni, dovrà essere pronto a governare il Paese, dando nuovo slancio all’economia, all’innovazione, al lavoro”. Bordate pure da Giovanni Toti, presidente della Liguria e di Italia al Centro: “Il gesto sconsiderato dei grillini non sia il velo dietro cui si nascondono altre pugnalate al Paese. Le forze politiche si esprimano chiaramente, senza sofismi e contorsioni che pagano gli italiani. Serve un Draghi bis senza i Cinque Stelle, che faccia le riforme che servono e guidino il Paese in questo momento di guerra e di crisi. Dalle posizioni responsabili dipenderanno anche gli schieramenti futuri. Io ne vedo solo due: il fronte della responsabilità e del buonsenso contro l’irresponsabilità e gli interessi di parte o di poltrona”. Più drastico Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia, che a Coffee Break, su La7, spiega: “Oggi non vi sono più le condizioni per tenere in vita questo Governo, caratterizzato da numeri importanti ma da sempre molto debole a livello politico. Bisogna restituire la parola agli italiani permettendogli di andare a votare, così come è stato fatto negli altri paesi europei”.
Il centrosinistra
“Abbiamo chiesto al presidente Mario Draghi di rivedere la sua decisione: una crisi, in questo momento, apre prospettive incerte per il Paese. Si è aperta nelle scorse settimane una interlocuzione sul tema dei salari, dare una risposta è una priorità”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando: “Le urne non vanno demonizzate, ma andarci alla vigilia di una legge di bilancio in un quadro pandemico che si fa sentire e in una situazione internazionale come quella attuale, senza aver messo in sicurezza redditi di lavoratori e pensionati e aver dato risposte sull'incidenza dell'inflazione, non è certamente la soluzione migliore”.
Aggiornato il 15 luglio 2022 alle ore 15:44