
Ecco l’accordo sul salario minimo a livello europeo. L’intesa è stata trovata tra Consiglio, Parlamento e Commissione europea. Ora è necessaria l’approvazione in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue. Per Ursula Von der Leyen è un modo efficace per “tutelare la dignità del lavoro”. La presidente della Commissione Ue proclama su Twitter: “Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue. Con l’accordo politico sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi”.
Oltre all’Italia il salario minimo non è stato istituito anche in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. Dove invece è già previsto, stando agli ultimi dati Eurostat, viaggia tra i 332 euro mensili della Bulgaria e i 2.257 euro del Lussemburgo. In Germania è pari a 1.621 euro. Le definizioni di salario “adeguato” e “minimo” sono altri punti su cui si devono confrontare i negoziatori europei. Sul tema dell’obbligo, il commissario lussemburghese Ue al Lavoro, Nicolas Schmit, nella conferenza stampa di annuncio ha commentato anche la situazione del nostro Paese. “In Italia – ha detto – è in corso un dibattito molto forte e ampio su come rafforzare un sistema di contrattazione collettiva ed eventualmente introdurre un salario minimo. Non imporremo un salario minimo politicamente, non è questo il problema. E penso che questo strumento sia un contributo a questo dibattito”. La presidenza di turno francese dell’Ue ha commentato l’intesa raggiunta come “una tappa importante per l’Europa sociale”.
Secondo il ministro dem del Lavoro Andrea Orlando, “il provvedimento europeo spingerà di più verso interventi che salvaguardino i livelli di salario più bassi e verso una disciplina organica”. Per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è “un’arma di distrazione di massa”, quando andrebbe tagliato il cuneo fiscale. Per il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani invece “si rischia di abbassare gli stipendi piuttosto che aumentarli”. Il leader dei cinque stelle Giuseppe Conte ha definito “indegno” cercare di rimuovere il reddito di cittadinanza, “anzi dobbiamo lavorare per allargare il fronte – ha ribadito – introducendo anche il salario minimo”. Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha invitato a non ascoltare l’Europa “solo quando ci dice di tagliare le pensioni o cancellare l’articolo 18 o tagliare la spesa sociale. Se finalmente tutta l’Europa si rende conto che salari bassi e lavoratori precari senza diritti mettono in discussione tenuta social, bisogna ascoltarla”. Per Enrico Letta, “abbiamo un problema drammatico di lavoro povero. Noi siamo a favore del salario minimo, nella logica della direttiva Ue. Il salario minimo serve a togliere il più possibile dal tavolo le fattispecie di lavoro povero”.
Aggiornato il 07 giugno 2022 alle ore 17:46