
Gli iscritti tornano a votare sullo Statuto del Movimento cinque stelle. Si chiede la convalida del testo già adottato ad agosto 2021, aggiornato però con “le modifiche che la Commissione di garanzia e per la trasparenza dei partiti politici ha chiesto di inserire, per renderlo pienamente conforme alla legge”. Sono quelle che consentono di accedere al beneficio del 2 per mille e delle detrazioni fiscali. La consultazione è aperta da stamattina alle 8 fino alle 22 di domani sera sulla piattaforma Skyvote. Giuseppe Conte mette in guardia da nuovi possibili ricorsi.
Il “presidente dimezzato” dagli effetti delle decisioni del Tribunale civile di Napoli invita a rivotare. “Cari iscritti – lancia il suo appello via Facebook – rispettiamo i provvedimenti dei tribunali e i ricorsi giudiziari anche se presentati a oltranza ma non è possibile che l’azione politica del Movimento 5 stelle, che ha la maggioranza relativa del Parlamento, sia rallentata e compromessa da cavilli e carte bollate. Rispondiamo a chi vuole rallentare il Movimento con mille osservazioni capziose con la forza del voto. Il Movimento si sottopone ancora una volta a un grande bagno di partecipazione democratica. Se condividete il nuovo statuto, se siete orgogliosi di quel meraviglioso manifesto politico che è la carta dei principi e dei valori inserita all’articolo 2, votate nuovamente per approvarlo con l’effetto di confermare e convalidare la precedente votazione”.
L’universo grillino vive settimane caotiche e incerte. Per queste ragioni, Conte non vuole farsi logorare. Vuole agire, per tornare a dettare l’agenda politica. L’ex premier non vuole dare l’impressione di un Movimento intento a occuparsi esclusivamente delle proprie beghe interne. Dopo la fase più acuta della pandemia vissuta da protagonista, Conte assiste da comprimario all’invasione della Russia in Ucraina.
La base grillina è disorientata. Il primo partito rappresentato in Parlamento sta vivendo la sua fase più complicata. Dopo la battaglia interna tra la sua leadership e la componente legata all’ex capo politico Luigi Di Maio, sono arrivate le pronunce del Tribunale. Frattanto, seppure il gruppo dirigente non sia giuridicamente legittimato ad assumere decisioni, è stata decisa l’assemblea con la votazione che dovrebbe confermare l’elezione plebiscitaria di Conte.
Ma anche sulla nuova convocazione penderebbe l’ennesimo vulnus regolamentare. La decisione di avere escluso gli iscritti con meno di sei mesi di anzianità, esattamente come avvenuto nella assemblea messa sotto “processo” dal giudice, è un rischio altissimo. Ma Conte ne è consapevole. Non può più stare fermo. Punta sul suo nome le poche fiche che gli sono rimaste. Un fatto è certo: la tanto declamata “marcia trionfale” tra ali di folla pentastellata festante si è rivelata una mossa quanto meno azzardata.
Aggiornato il 10 marzo 2022 alle ore 14:41