
Il Governo va avanti a singhiozzo sul catasto: ancora un salvataggio in extremis per la riforma in un clima di botte da orbi in seno alla maggioranza. Come peraltro accaduto ieri in commissione Finanze della Camera: un solo voto di scarto ha salvato la faccia all’Esecutivo di Mario Draghi. Il nodo cruciale era l’articolo 6, quello della revisione degli estimi. In pratica, è stato bocciato l’emendamento di Alternativa (sottoscritto pure da Lega e Forza Italia, il Governo aveva dato parere contrario) per la modifica del comma 1 dell’articolo 6 della delega fiscale sul catasto: il bilancio conclusivo è stato di 23 pareri contrari e 22 favorevoli.
I deputati di Forza Italia, componenti della Commissione Finanze di Montecitorio, in una nota hanno spiegato: “Ieri sera, dopo aver ricevuto dal Governo l’ennesimo “no” alla nostra ragionevole proposta di mediazione, abbiamo votato coerentemente a favore degli emendamenti soppressivi di questa “schiforma” del catasto. Non abdichiamo alle nostre idee e convinzioni, anche perché sono condivise dalla maggioranza del Paese: niente tasse sulla casa, tanto oggi quando, se non soprattutto, domani. La riforma voluta dal Governo e dalle sinistre – hanno puntualizzato – anche se non comporterà nell’immediato alcun aumento della tassazione – e questo, contrariamente a quanto sostenuto da una certa vulgata dedita spesso alle fake news, non lo abbiamo mai dubitato – metterà nelle mani dei futuri governanti un’arma che punta dritto al cuore della classe media. E se impugnata da un Governo di centrodestra essa sarà caricata a salve, assolutamente innocua, lo stesso non può dirsi per un Esecutivo guidato dalle sinistre. Non abbiamo fiducia – hanno sottolineato i deputati azzurri – in chi ha sempre utilizzato la leva fiscale per imporre politiche economiche fallimentari e punitive nei confronti del ceto medio. Chiediamo, pertanto, alle sinistre di annunciare subito i loro intendimenti per il 2026. Noi, così come abbiamo fatto nelle nostre precedenti esperienze di Governo, non aumenteremo di un centesimo le tasse sulla casa, anzi le ridurremo gradualmente. Può dirsi lo stesso se a governare il Paese non ci sarà la coalizione di centrodestra? Le sinistre dissipino, oggi e non domani questo fondamentale dubbio, non per noi ma per gli italiani”.
Confedilizia e la “la prova di forza del Governo”
Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, è entrato nel merito della questione. E non lo ha fatto usando il fioretto: “Sul catasto solo una prova di forza del Governo per predisporre un meccanismo per aumentare le tasse sugli immobili. Se un partito come Forza Italia, che immaginiamo non sia diventato improvvisamente “populista” (aggettivo solitamente usato per spegnere qualsiasi dibattito, delegittimando l’avversario), arriva a definire “schiforma” l’intervento sul catasto previsto dalla delega fiscale, forse sarebbe il caso di cominciare a porsi qualche domanda”. E poi: “È stato bocciato in Commissione Finanze alla Camera anche l’emendamento che scopriva il trucco, quello che manteneva la mappatura degli edifici, le regolarizzazioni, l’emersione degli immobili fantasma, ma non il passaggio dal catasto reddituale al catasto patrimoniale. Niente, anche su questo tentativo di compromesso porte in faccia a tre partiti di maggioranza e a due di opposizione. E vittoria (di Pirro?), per un solo voto. Con tanti saluti al Governo di salvezza nazionale, all’armonia, all’unità. Una prova di forza che ha solo una spiegazione – ha concluso – occorre predisporre, forse per rispondere a qualche sollecitazione esterna, il meccanismo per l’aumento delle tasse sugli immobili (nel Paese del risparmio immobiliare), che avrà effetti anche sulle prime case. Tutto il resto sono chiacchiere”.
La lezione di Brunetta
Non è poi passato inosservato l’intervento di Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, che ha mostrato ancora una volta la spaccatura tra l’ala forzista di Governo e gli altri deputati. Il titolo apparso su Il Foglio – “Il catasto spiegato alla destra e a chi non vuol capire” – ha sintetizzato la riflessione di Brunetta, che ha anche rimarcato: “Non si tratta, pertanto, di un intervento finalizzato a tassare la proprietà immobiliare, tantomeno la prima casa, ma a modernizzare un sistema ormai vicino a compiere un secolo di vita”. Con la chiosa: “Nessun Esecutivo sostenuto dai voti di Forza Italia potrà avallare, anche dopo il 2026, una riforma del catasto punitiva che sprema ancora di più il settore immobiliare o che si abbatta sul ceto medio con l’alibi dell’equità nell’invarianza di gettito complessivo. Noi terremo la barra dritta. La casa degli italiani non si tocca, né ora né mai”.
Aggiornato il 09 marzo 2022 alle ore 15:40