
“Crediamoci nei ragazzi, diamo loro delle possibilità, non è detto siano destinati a seguire una china che hanno preso. La possibilità di una strada diversa c’è”. E poi: “La nostra meta ideale è mai più bambini in carcere”.
Marta Cartabia, ministro della Giustizia, è intervenuta nel corso della commissione Infanzia in merito all’indagine conoscitiva sui detenuti minorenni e le madri dietro le sbarre. Osservando i dati, al 31 dicembre scorso sono risultati circa 21mila i minorenni e giovani adulti sotto la lente di ingrandimento degli uffici del Servizio sociale. Una larga fetta di loro è stata affidata a realtà esterne al carcere, altri invece sono stati accolti negli istituti penali. Rimanendo ancorati al 2021, sono stati 561 gli ingressi dei ragazzi nei centri di prima accoglienza.
Le parole del ministro
Secondo Cartabia “chi nasce in un contesto mafioso non è ineluttabilmente destinato a un futuro di devianza, va offerta a ogni ragazzo una proposta alternativa alla seduzione della criminalità. Voglio favorire il dialogo tra il mondo della formazione e quello della giustizia”. Un’idea, questa, mirata a un obiettivo chiaro: “Una proposta più attrattiva del male può accompagnare un giovane”. Dove? Verso una strada alternativa.
Reati commessi dai minori
In concreto, i reati commessi dai minori, per la maggior parte, sono stati quelli contro il patrimonio – oltre mille nell’ultimo anno – senza dimenticare furto e rapina. Non sono mancate poi le violazioni delle disposizioni nell’ambito delle sostanze stupefacenti. Tra l’altro, sono stati 177 i casi nell’ultimo anno di lesioni personali volontarie. Numeri questi che, per Cartabia, hanno dimostrato – se non rafforzato – “l’allarme già lanciato da più Corti d’Appello sul frequente ricorso alla violenza e alla sopraffazione da parte di gruppi di minori”, i quali “talvolta sono usati come manovalanza dalla criminalità organizzata”.
Madri in carcere
In ultimo, Marta Cartabia ha parlato del problema delle madri in carcere e, di conseguenza, dei piccoli che si trovano con loro: “Le difficoltà in questo settore sono più significative di quanto si potrebbe immaginare”. Alla fine del 2021, sono risultate 15 le madri detenute (5 italiane e 10 straniere) e 16 i figli al seguito. Un dato decisamente migliorato rispetto al 2019: nell’occasione le madri in carcere erano 44 e i figli ammontavano a 48. La parte più consistente di madri con figli (9) è localizzata all’Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri) di Lauro, in provincia di Avellino. Due invece le madri presenti nell’Icam di San Vittore e due in quello di Torino. Una, per la cronaca, si trova nell’Icam di Venezia Giudecca e una donna con il proprio bimbo è nella casa circondariale di Reggio Calabria.
Aggiornato il 17 febbraio 2022 alle ore 13:09