
Sul referendum sull’eutanasia la Consulta ha detto no. Come riferito in una nota: “La Corte costituzionale si è riunita oggi in Camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato “Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)”. In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.
“Il cammino verso la legalizzazione dell’eutanasia non si ferma – ha spiegato l’Associazione Luca Coscioni – certamente, la cancellazione dello strumento referendario da parte della Corte costituzionale sul fine vita renderà il cammino più lungo e tortuoso, e per molte persone ciò significherà un carico aggiuntivo di sofferenza e violenza. Ma la strada è segnata'”.
E ancora: “L’Associazione Luca Coscioni non lascerà nulla di intentato, dalle disobbedienze civili ai ricorsi giudiziari, “dal corpo delle persone al cuore della politica”. Ci rivolgeremo anche alle forze politiche e parlamentari, in questi anni particolarmente assenti o impotenti, e prenderemo in considerazione la possibilità di candidarci direttamente a governare per realizzare le soluzioni che si affermano ormai in gran parte del mondo democratico. Il prossimo appuntamento è per l’11 e 12 marzo a Varsavia, per il Congresso del Movimento paneuropeo Eumans convocato insieme all’associazione Luca Coscioni per aprire un fronte europeo di iniziative per la libertà di scelte di fine vita e per l'abrogazione delle norme proibizioniste a livello europeo”.
Per Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, “questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia”. Non solo: “Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e dj Fabo. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina”.
Le reazioni della politica
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha detto: “Sacrosanta la decisione della Corte costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum proposto dai radicali sull’omicidio del consenziente, anche se sano. Un quesito inaccettabile ed estremo che avrebbe scardinato il nostro ordinamento giuridico, da sempre orientato alla difesa della vita umana e alla tutela dei più fragili e deboli. Una sentenza di buon senso. C’è ancora spazio nel nostro ordinamento per difendere il valore della vita, come Fratelli d'Italia intende fare con il suo impegno”.
Di parere opposto per Matteo Salvini della Lega: “Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”. Mentre Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, ha twittato: “La bocciatura da parte della Corte costituzionale del referendum sull’eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”.
Paola Binetti, senatrice dell’Unione dei Democratici cristiani e di Centro, ha puntualizzato: “La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’omicidio del consenziente. Esprimo estrema soddisfazione. È passata la nostra linea: sulla vita non si vota. Mi auguro adesso che la Camera agisca coerentemente con le decisioni prese dalla Corte”.
La Conferenza episcopale italiana (Cei) da par sua ha precisato che “l’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente è contraria al principio di tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. In attesa del deposito della sentenza, prendiamo atto con favore di tale pronunciamento. È un invito ben preciso a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio”.
Infine, il Comitato per il No all’omicidio del consenziente, presieduto dalla professoressa Assuntina Morresi, “esprime soddisfazione la decisione della Corte costituzionale nel giudizio di ammissibilità del referendum abrogativo dell’art 579 del Codice penale. A sostegno delle sue posizioni il Comitato ha fatto pervenire nei giorni scorsi alla Consulta un’articolata memoria, e i professori Mario Esposito e Carmelo Leotta ne hanno illustrato la sintesi nella discussione orale. In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Corte, è ragionevole immaginare che avrà inciso il vincolo costituzionale sul principio di indisponibilità della vita, sì che la sua estromissione dall’ordinamento determinerebbe un insanabile vuoto normativo, e la mancanza di chiarezza del quesito, essendo imprevedibili e incerti gli effetti derivanti dalla parziale abrogazione proposta, in contrasto con la trasparenza che dovrebbe orientare la volontà dell’elettore. La decisione della Consulta – hanno terminato – permette ora di affrontare con maggiore equilibrio la discussione parlamentare sul cosiddetto testo Bazoli riguardante l’eutanasia, che sostiene – a nostro avviso erroneamente – di dare attuazione alla sentenza numero 242/2019 della stessa Corte, e di farne emergere le incoerenze e il superamento dei confini da essa stabiliti”.
Aggiornato il 16 febbraio 2022 alle ore 17:15