
La quarta dose? Non è da escludere. E poi per l’inizio della primavera in Italia potrebbe essere a disposizione il vaccino anti-Covid per la fascia di età che va da 0 a 5 anni. Non solo: il Comitato tecnico-scientifico, a breve, potrebbe essere sciolto. Non manca la carne al fuoco sul tema legato alla pandemia, a poche ore dal Consiglio dei ministri dove sono state apportate nuove regole sul fronte della scuola e sulla durata del Super Green pass.
Vaccino 0-5 anni
Franco Locatelli, coordinatore del Cts, ha segnalato che tra qualche mese potrebbe arrivare nel nostro Paese il vaccino anti Covid per la fascia d’età 0-5 anni: saranno previste due dosi e ci sarà un dosaggio “ulteriormente ridotto” rispetto a quello indicato per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Locatelli ha poi segnalato: “Direi che potrebbe essere ragionevole ipotizzare l’orizzonte dell’inizio della primavera per avere questi vaccini a disposizione, dopo che le agenzie regolatorie avranno dato il via libera”. E ancora: “Ci stiamo avviando verso una situazione favorevole, i numeri ci indicano che questa è la direzione. Noi siamo riusciti a gestire questa ondata, in larga parte dovuta alla Omicron, mantenendo tutto aperto, a differenza di altri Paesi. Ricordiamo che altri Paesi, come la Germania e l’Olanda, hanno dovuto ricorrere ai lockdown oppure a chiusure di attività commerciali, ristoranti e bar. Noi tutto questo lo abbiamo evitato, grazie anche alla alta percentuale di persone che si sono vaccinate”.
Quarta dose: sì o no?
Locatelli, inoltre, è intervenuto sulla possibilità o meno di una quarta dose di vaccino. In primis, le evidenze scientifiche forniranno gli elementi utili sulla necessità o meno di una ulteriore vaccinazione che, cosa ancora da valutare, potrebbe riguardare solo determinate categorie della popolazione. Locatelli, così, ha chiarito che al momento “non abbiamo evidenze scientifiche o dati solidi su quanto dura la protezione, quindi la via dell’estensione della terza dose a tempo indeterminato è corretta. Se poi matureranno dati sulla persistenza della protezione con la sola terza dose, continueremo su questa strada, se ci saranno dati diversi ridefiniremo i dati temporali. Voglio avere un approccio molto laico a questo tema della quarta dose, una scelta verrà fatta secondo quanto emergerà”.
La consegna antivirale Pfizer
Il coordinatore del Cts, in più, ha ricordato dell’arrivo del farmaco antivirale Paxlovid: “Una bella notizia, perché arricchisce l’armamentario terapeutico: sarà reso disponibile nel Paese il nuovo farmaco antivirale Paxlovid (la pillola anti Covid di Pfizer, ndr), che ha un’efficacia dell’89 per cento se somministrato nei primi 3-5 giorni”. La distribuzione alle Regioni e alle Province autonome di Paxlovid comincerà domani, dopo la firma del contratto tra la struttura del commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo e la casa farmaceutica statunitense.
Mascherine all’aperto
Infine, Franco Locatelli ha indicato che se il virus subirà una frenata “tra qualche settimana potremmo affrontare anche la tematica delle mascherine. Vediamo in funzione dei numeri, ma la fine di febbraio è una possibilità. Vediamo l’evoluzione della curva epidemica nel Paese e in base a quello si potrebbe anche anticipare o posticipare”.
Cts verso lo scioglimento
Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico-scientifico, in una intervista al Corriere della Sera ha affermato: “Il Cts è una struttura d’emergenza, nata con e per la pandemia. Con la fine dell’emergenza è destinata a sciogliersi. Lo prevede la legge”. Non solo: “Verso le fasi finali di ogni emergenza si passa al cosiddetto hand over. Le prerogative dell’organismo costituito per la gestione dell’emergenza vengono ricondotte nell’alveo della gestione ordinaria, ad esempio ai ministeri competenti. A quel punto non ci sarà più bisogno di noi tecnici chiamati in condizioni straordinarie”.
Ciciliano ha ricordato questi due anni di lavoro difficili da dimenticare “nel bene e nel male. Le sensazioni si sono alternate, a più riprese. Dall’angoscia iniziale, quando il Paese era chiuso, all’ottimismo di oggi. Anni contraddistinti da travaglio interiore. Noi elaboravamo pareri senza conoscere il nemico invisibile, il virus, di cui non si sapeva nulla. Finalmente oggi le condizioni per guardare lontano ci sono tutte. Aspettiamo ancora qualche settimana per essere certi di poter saltare di gioia. L’indice di trasmissione del virus Rt e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti di medicina sono parametri in discesa veloce. Le proiezioni dicono che continuerà così. Il miglioramento è sostanziale. Nelle precedenti ondate la discesa – ha sottolineato – non è mai stata tanto ripida. Anche nel 2020 il calo fu deciso ma l’Italia usciva da un lockdown molto duro. Ora il merito è dei vaccini e del senso di responsabilità esibito dalla quasi totalità dei cittadini. La variante Omicron è stata meno aggressiva delle precedenti dal punto di vista clinico e ci ha dato una mano”.
In ultimo, ha commentato: “È paradossale che sia necessario l’obbligo per costringere i No vax a proteggere la loro salute. I fragili adesso sono loro. L’Rt lo scorso venerdì era sullo 0,98. Significa che un portatore di virus ne contagia meno di uno e questo accompagna l’epidemia verso lo spegnimento”. Con una aggiunta: “Siamo in una fase molto favorevole, però il livello di attenzione deve rimanere alto in quanto siamo ancora nella pandemia. Il virus circola, può sempre colpire ed è meglio non prenderlo, perché può far male. Per precauzione estrema continuerei a indossare la mascherina specie in caso di assembramenti, finché dura la stagione fredda”.
Aggiornato il 03 febbraio 2022 alle ore 13:13