Un decreto legge ha il potere risarcitorio di una legge ordinaria?

Sorvolando sulle acrobazie giuridico-semantiche dei costituzionalisti favorevoli o contrari all’obbligo delle vaccinazioni di massa – sempre in nome e per contro di una emergenza infinita di cui nessuno dei vertici è responsabile, sollevo alcuni dubbi sull’obbligo statale di massa applicato però ad un ben preciso segmento di popolazione. Primo dubbio: obbligare alla inoculazione del siero alla massa di cittadini e cittadine aventi oltre cinquanta anni è una palese discriminazione. L’assenza della estensione erga omnes evidenzia una palese differenza di trattamento che va a disintegrare il sacro principio democratico dell’uguaglianza, va contro i contenuti riportati nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, del Protocollo di Norimberga, della Costituzione europea, delle linee guida dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità).

Ma queste violazioni sembrano essere secondarie rispetto ad una emergenza eterna – gestita senza controlli preventivi e finali – da una filiera di tecnici farmaceutici, da virologi in contrasto fra loro. Da quando risulta dai loro curriculum pubblicati per legge – il novanta percento di essi è a libro paga dei cinque colossi farmaceutici mondiali, delle università e degli istituti di ricerca ad essi collegati. Cosa volete che sia la imbarazzante ed illegale presenza di un enorme conflitto di interessi di fronte alla gravità dell’emergenza eterna? Secondo dubbio: l’obbligatorietà a carico di una parte della popolazione sarà stabilita da un Decreto-legge emanato dal governo in carica nominato dal parlamento a sua volta votato dai cittadini. Storicamente, l’applicazione del Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) è stata regolata da leggi ordinarie votate dal Parlamento.

Se ne deduce che esclusivamente l’assenso diretto del Parlamento, soprattutto in materie sanitarie, impegna direttamente lo Stato al risarcimento per danni rivenienti da “eventi avversi”, come – fra le altre – previsto dalla legge 210 del 1992. La questione dirimente è: il Decreto-legge impegna direttamente lo Stato al risarcimento? Se non fosse così, si certificherebbe un colossale abuso di potere che dovrebbe essere rapidamente bloccato da un Parlamento riunito, di concerto con il veto di un presidente della repubblica attento ad interpretare il suo ruolo di unificatore della Repubblica tutelando i diritti di tutti i cittadini senza differenze di trattamento! L’obbligo della conversione del Decreto-legge in legge ordinaria fa pensare che lo Stato non abbia alcun impegno diretto sugli effetti nefasti derivanti da eventi regolati da un Decreto-legge sui vaccini! Dove si trovano in questo momento i parlamentari e l’inquilino del ColleTerzo dubbio: il Decreto-legge ha durata massima bimestrale oltre la quale il Parlamento decide o meno di convertirlo in legge ordinaria.

Domanda: cosa accade durante il semestre? Se il Decreto-legge non impegna lo Stato, diversamente da una legge ordinaria votata dal Parlamento, si aprirà la stagione delle incursioni nelle case private con sfondamento della porta di ingresso autorizzato da mandati di perquisizione stampati e firmati in serie da una magistratura collaborazionista? Il tutto gestito dalla alacre regia del pennuto in costume, come se fossimo una repubblica delle banane? Ad aperta infrazione dei dettati costituzionali, sarà deliberato dal governo l’uso dell’esercito per la esecuzione di improvvisi rastrellamenti in pieno stile stalinista e/o nazista? Questa violenza illegale sarebbe perpetrata, ancora una volta, in nome dell’emergenza tecno-sanitaria? Inoltre, la caccia all’ultracinquantenne da multare a raffica produce immensi incassi: non si butta niente! 

Quarto dubbio: alla luce di quanto appena ipotizzato, la recrudescenza delle azioni deliberate dai poteri tecno-farmaceutici e stranieri sarà inevitabile laddove il Decreto non inchioda lo Stato alle sue responsabilità proprio per il fatto che non è una legge ordinaria, appunto! Al tutt’oggi, non ho rilevato ragionamenti e riflessioni giuridiche riguardo alla valenza di un decreto-legge rispetto ai poteri deliberativi e regolamentari di una legge ordinaria votata legalmente da un Parlamento eletto democraticamente dai cittadini e quindi recante poteri ricadenti erga omnes e non solo a particolari fasce di popolazione! Gli opinionisti onnipresenti nelle ventuno trasmissioni politiche, il Quirinale attivissimo tuttavia sui temi dell’immigrazione e del genderismo, i giornali, le catene televisive, i ministeri competenti in materia tacciono. Un silenzio mortale, colloso, più impermeabile della omertà mafiosa…

È estremamente urgente che i costituzionalisti e i giuristi si espongano in prima persona fornendo chiarimenti sulla valenza del Decreto-legge come portatore di obblighi risarcitori diretti da parte dello Stato al pari della legge ordinaria. Continuare a discettare impervie ermeneutiche giuridiche giustificate da una emergenza infinita non ha giustificazioni e suona di forte ipocrisia.

È l’emergenza eterna, bellezza!

Aggiornato il 07 gennaio 2022 alle ore 13:11