La Nato, malgrado tutti e contro tutti

Ciò che scrive l’Economist sulla questione ucraina in un recente articolo è da valutare con prudenza. Sappiamo a quale schieramento è allineato il noto periodico e quindi avanzerei molti dubbi sulla sua neutralità di giudizio. Nella stessa posizione sono collocati alcuni centri di ricerca filoatlantici operanti in Italia. La Russia non ha convenienza a interrompere le forniture a causa di una tensione provocata dalla Nato che sta martellando la Russia da decenni. Sarebbe un inutile danno economico per mancate entrate di miliardi di euro mensili. Il tentativo della Nato di includere l’Ucraina al suo comando e alle porte della Russia è troppo. È come se la Russia volesse annettersi il Messico o il Canada sotto il naso degli Usa. Il periodico Limes – una rivista affatto filorussa – diffuse anni fa una mappa dove sono evidenziate circa 20 basi Nato intorno alla Russia, ma non ci sono 20 basi russe intorno agli Usa. Anche l’Italia ospita nel suo territorio decine di basi Nato sulle quali nessuno dei nostri governi di qualsiasi colore, può mettere becco. Gli italiani possono patire solamente le conseguenze di eventuali azioni belliche azionate a iniziativa Nato ai danni del nostro Paese e, soprattutto, contro la popolazione residente! Danni che la Nato considera irrilevanti e semplici effetti collaterali.

Con lo sviluppo della questione ucraina, la Nato dimostra di essere fuori controllo degli Usa. È una struttura che agisce sempre più oltre e malgrado gli Usa. I suoi sostenitori e finanziatori sono i colossi mondiali che vogliono demolire le nazioni e tutto ciò che può intralciare la riduzione della popolazione a due miliardi di individui, la fluidificazione e lo sradicamento precarizzante degli umani ridotti a meccatronici davanti a una tastiera 20 ore al giorno. La Nato è quindi il braccio armato di un gruppetto di multimiliardari molto noti alle cronache finanziarie e militari di questo decennio. I finanziamenti ricevuti da organizzazioni mondiali finanziarie, Fondi sovrani, Fondi pensione, strutture di riciclaggio di migliaia di miliardi di euro, di comunicazione, di intrattenimento, di commercio elettronico, ecc. consentono alla Nato di muoversi in piena autonomia per aumentare e provocare caos ovunque (il problema) che giustifica i suoi interventi (la soluzione). In molti fanno finta di non capire o perfino di occultare il fatto che in questo gioco militaristico “Nato-centrico”, gli Stati Uniti sono anche loro meri esecutori, sono dei portavoce. Non sono più funzionali al piano di riassetto del pianeta governato da droni e da satelliti spia gestiti da algoritmi matematici. Devono essere demoliti come l’Europa, la Russia, la Cina l’India, insomma tutto il pianeta.

La Nato mantiene ed aumenta la sua ragione d’essere finché persiste il caos nel pianeta. Le urgenze sono la sua linfa e la sua espansione. Questa Spectre 2.0 sta applicando la tattica della guerra ibrida. Ne sono vittime anche gli Usa in preda ad una guerra civile strisciante da oltre dieci anni con crescita delle disuguaglianze, della fragilità esistenziali della popolazione americana, del possesso dei cittadini di oltre trecento ottanta milioni di armi automatiche leggere e da combattimento militare! Purtroppo per tutti noi non fu ascoltato l’ammonimento del generale Dwight D. Eisenhower quando parlava del pericolo proveniente da una dilatazione del “Complesso militare industriale”. Un monito lanciato nel discorso d’addio alla nazione del 17 gennaio 1961. Egli denunciava il controllo diretto del Congresso e del Senato da parte degli interessi industriali e militari ponendo in evidenza i pericoli di una relazione distorta fra poteri politici e quelli del militarismo. Ormai ci siamo e forse è troppo tardi per frenare questa terrificante Spectre 2.0. La Nato è una variabile esogena sempre più incontrollabile che agisce su precisi mandati dei consigli di amministrazione di questi committenti i cui bilanci aziendali superano quelli di intere nazioni. Non ci illudiamo: le direttive esecutive di questi dominus non terranno minimamente conto dei diritti sociali e di legge delle popolazioni che verranno di volta in volta colpite dalle loro ininterrotte azioni destabilizzanti e distruttive…

È il caos, bellezza.

Aggiornato il 24 febbraio 2022 alle ore 11:47