
La fine dell’Urss? “Non provocò grandi dispiaceri”. Di questo e molto altro ha parlato Claudio Martelli in una intervista all’Agi. Ripensando al 1991 (all’epoca era vicepresidente del Consiglio) e alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, ha notato: “L’impero sovietico era stato la principale minaccia per l’Occidente, per l’Europa e, in qualche misura, per l’Italia degli ultimi 50 anni. Il venir meno di un antagonista di quella dimensione, di quella forza e anche di quel carattere autoritario, se non totalitario, non provocò, quindi, grandi dispiaceri”.
A distanza di trent’anni, Martelli ha ricordato: “In generale ci si chiedeva: adesso cosa succederà? Non si sta disgregando troppo? Quando si fermerà questa rovina dell’Unione Sovietica? Ricordo che via via che le ex Repubbliche sovietiche dichiaravano la loro indipendenza, Solzenicyn diceva: Si sta esagerando, stiamo concedendo territori che erano nostri non dall’epoca dell’Urss, ma dal tempo degli zar, e questo è inaccettabile. Solzenicyn era un nazionalista russo e soffriva a vedere questa disgregazione della grande Russia degli Zar. Era contento della dissoluzione dell’Unione Sovietica, ma non certamente della fine della vastità territoriale della Russia storica. Questa dissoluzione – ha proseguito – fu innescata sul fronte occidentale dal crollo del Muro di Berlino, e quindi dal processo di indipendenza di tutti i Paesi satelliti, dalla Germania Est alla Bulgaria, dall’Ungheria alla Cecoslovacchia, alla Polonia e alla Romania, che si erano ripresi la loro indipendenza. Erano nazioni europee che erano state sottomesse al Cremlino e che non erano pienamente nell’Unione Sovietica, come lo erano il Kazakistan, la Georgia, l’Ucraina, la Bielorussia”.
Infine, Claudio Martelli – su Vladimir Putin e le “minacce” alla frontiera occidentale della Russia – ha precisato: “Putin e chi si propone di conquistare, fin dove è possibile, i vasti territori perduti nella fase tumultuosa degli anni Novanta con la desovietizzazione, vede questo progetto con angoscia, con timore. Viceversa, dal punto di vista degli ucraini o dei polacchi la Nato fa benissimo a far sentire la sua presenza lì, anzi sono loro stessi che la chiedono. La Polonia fa già parte della Nato, l’Ucraina vorrebbe aderire ma questo è il limite che ha posto Putin: non spostare ulteriormente le frontiere della Nato verso Oriente”.
Aggiornato il 16 dicembre 2021 alle ore 17:07