Ddl Zan, solo “campagna elettorale”

Alla conta finale la sinistra ha preso un sonoro schiaffo in Senato sul Ddl Zan: passata la “tagliola” non ci sarà l’esame degli articoli del provvedimento. Un risultato giunto dopo il voto segreto ritenuto ammissibile dalla presidente, Maria Elisabetta Alberti Casellati. A favore hanno votato in 154, contrari 131, astenuti 2.

Ddl Zan “stracciato”: i commenti

Chiusa la parentesi, è stato tempo per i commenti a caldo. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sui social ha detto: “La sinistra si straccia le vesti per la mancata approvazione del Ddl Zan e, come al solito, non sa far altro che puntare il dito contro la destra. Forse non si è accorta che l’approvazione è mancata proprio grazie a diversi dei suoi senatori. Avete veramente a cuore questa legge? Torniamo a elezioni il prima possibile e approvatela con la vostra maggioranza… se avrete i numeri per farlo. Altrimenti è stata solo campagna elettorale”.

Sull’argomento è intervenuto pure il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana): “L’esito del voto al Senato sul Ddl Zan conferma quanto sottolineato più volte: la necessità di un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire all’edificazione di una società più giusta e solidale”. E ancora: “Il voto del Senato offre un’ulteriore considerazione nel segno del concetto stesso di democrazia: una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza. Tra l’approvazione di una normativa ambigua e la possibilità di una riflessione diretta a un confronto franco, la Chiesa sarà sempre a fianco del dialogo e della costruzione di un diritto che garantisca ogni cittadino nell’obiettivo del rispetto reciproco”.

Renzi: “Hanno voluto lo scontro”

Mentre Matteo Renzi (Italia viva) ha puntualizzato “hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori”, Elena Bonetti – ministro delle Pari opportunità – al Corriere della Sera ha spiegato: “Noi di Iv abbiamo da subito denunciato che questo era il modo per affossare la legge. Se si fosse accettato un dialogo di un’ulteriore settimana come era stato chiesto, probabilmente non si sarebbe arrivati a questo scontro che purtroppo ha dato l’esito che ci si doveva aspettare, date le premesse”. Ma non è mancata la frecciata al Partito Democratico: “Quando non si vuole ammettere una responsabilità evidente si cerca sempre in altri un capro espiatorio. Noi però rispondiamo con la chiarezza dei numeri e dei fatti. Italia viva ha sempre votato in modo coerente e i numeri dicono palesemente che non sono stati i voti di Iv a mancare. Il nostro è stato sempre un atteggiamento trasparente: abbiamo fatto una battaglia a viso aperto. Abbiamo detto pubblicamente “i numeri potrebbero mancare, sediamoci a un tavolo”. Sono altri, e il Pd in particolare, che prima hanno detto “la legge non si cambia”, poi hanno aperto alla mediazione e quindi hanno fatto retromarcia”.

Salvini: “Punita l’arroganza di Letta”

Matteo Salvini (Lega) non ha girato troppo intorno alla questione: “Punita l’arroganza di Enrico Letta. Ha rifiutato ogni dialogo e ogni proposta di cambiamento arrivate dalle famiglie, dalle associazioni, dal Papa e da esponenti del mondo Lgbt e femminista. Risultato? Ddl Zan bocciato, mesi e anni di discussioni inutili. Se si vuole ripartire da basi solide e condivise, togliendo dalla contesa i bambini, la libertà di educazione e la censura per chi ama e difende la famiglia, la Lega c’è”.

E Letta? Per lui tweet dal sapore amaro: “Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà”. Giuseppe Conte (Movimento Cinque Stelle) da par sua ha commentato: “Sul Ddl Zan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l’orientamento sessuale. Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari”.

Aggiornato il 28 ottobre 2021 alle ore 13:10