L’antifascismo ad orologeria

Come al solito, come volevasi dimostrare, anche in questa occasione, hanno tentato di ridurre ad un attacco squadrista una manifestazione civile e pacifica di migliaia di cittadini, che civicamente manifestavano a Piazza del Popolo, a Roma, tutto il loro dissenso contro le politiche discriminatorie e contro le reiterate violazioni della Costituzione da parte del Governo Draghi. Il retaggio culturale della sinistra di matrice gramsciana, sempre pronta a esercitare un’egemonia culturale, che in una nazione come l’Italia è stata sempre assorbita con grande facilità, grazie anche alla cultura papista, improntata sul dogma del pensiero unico fideistico, che ha sempre plasmato le menti degli italici, condizionandole Ab illo tempore, sfoggia nuovamente tutto il suo vetusto arsenale dell’antifascismo.

A tal punto da sviare l’attenzione mediatica dalle istanze di giustizia e dalle denunce di una pletora di cittadini riuniti a manifestare in una piazza strapiena, che rivendicava il diritto di tutelare uno stato di diritto ormai violato in ogni sua declinazione. Così tutti i soloni dei media e tutta la stampa in generale, si sono prestati a rispolverare i valori della resistenza, insieme al segretario della Cgil, che invece di denunciare l’inefficienza e la colpevole incapacità ed inettitudine del ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, si sono affrettati a fare dei parallelismi storici con il ventennio e con i disordini sociali dell’epoca.

Ictu oculi, la scandalosa miopia consiste proprio in questa strana dissonanza, ossia nel fatto che dal momento che i capi di quei delinquenti che hanno assalito e distrutto la sede della Cgil erano sotto Daspo ed altri sotto sorveglianza, in quanto pregiudicati e condannati diverse volte, non si comprende come il ministro dell’Interno abbia permesso che tali recidivi criminali potessero infiltrarsi e delinquere a proprio piacimento, compromettendo una pacifica e civile manifestazione popolare.

Alla fine, invece di parlare del successo della manifestazione popolare di piazza del Popolo che accusava il Governo di violare l’ultimo comma dell’articolo 32 della Costituzione, si è finiti per focalizzare l’attenzione sull’imminente “pericolo fascista” e sul fatto che il primo partito d’Italia, grazie alla somma dei voti ricevuti alle ultime amministrazioni in tutto il territorio nazionale, ossia FdI, debba prendere le distanze dal fascismo e i suoi epigoni. Però non si capisce perché FdI debba fare più di quello che ha già fatto, ossia esprimere la sua totale solidarietà alla Cgil, con il suo esponente Lollobrigida, che sì è recato personalmente da Landini, presso la loro sede distrutta e dopo che tutta FdI ha condannato questi atti criminali e i loro esecutori, i quali odiano più di tutte le altre forze politiche proprio FdI, perché la considerano una forza traditrice in quanto di destra ma democratica e liberale.

FdI è un partito parlamentare, democratico e costituzionale, che non ha mai manifestato politicamente alcuna simpatia o tessuto alleanze con gruppi extraparlamentari di estrema destra come Forza Nuova o altro. Già nel sabato che precedeva il primo turno delle elezioni amministrative e in cui vigeva il silenzio elettorale, Fanpage fece uscire un servizio denigratorio nei confronti di FdI, in cui veniva messo in discussione il suo senso democratico e costituzionale, a cui FdI non poté rispondere, per non violare la legge che imponeva il silenzio dovuto per le imminenti elezioni, rischiando così di vedersi compromettere l’esito elettorale.

Ad appesantire la situazione hanno pensato i pennivendoli e i politicanti di turno, cercando di indurre gli esponenti di FdI ad affermare pubblicamente la loro condivisione dell’anti fascismo, come se l’antifascismo fosse un valore e non fosse stato altro che un’azione di resistenza contingente ad un determinato periodo storico (ormai finito quasi da un secolo), contro una dittatura. Come se oggi chiedessimo ad un partito di condividere i valori anti napoleonici. L’unica condivisione che dovrebbe essere chiesta e imposta è quella dei valori della democrazia e dell’anti dittatura e dell’anti-totalitarismo, contro tutti quei regimi che professano il pensiero unico, come fu il fascismo e come ancora è il comunismo, peraltro presente in nazioni potenti come la Cina e non solo e come dimostrano di essere alcune politiche dell’attuale Esecutivo.

Poi, stranamente, durante una manifestazione popolare che ha riscosso un significativo successo, escono fuori un centinaio di criminali di estrema destra extra parlamentare, a cui le istituzione non impediscono di manifestare e di delinquere, permettendo così di inficiare il successo dell’evento organizzato. Quindi, i media dopo aver sempre deriso e ridimensionato tutte le manifestazioni di coloro contrari al Green pass, nel momento che una loro manifestazione ottiene un consenso elevato, con una piazza piena, subentra il problema dei 100 fascisti sciolti e liberi di distruggere ciò che vogliono. Ducis in fundo, i sindacati confederati, insieme al Pd e Leu, organizzano una manifestazione contro “tutti i fascismi” e non contro la negligenza e l’incapacità di controllare e gestire l’ordine pubblico da parte delle Istituzioni e quindi non per rivendicare la tutela dello stato di diritto e inoltre decidono di organizzarla nel giorno che precede il secondo turno delle elezioni amministrative e guarda caso sempre proprio nel giorno in cui vige il silenzio elettorale e a Roma, in cui esiste il serio “pericolo” che il candidato del centrodestra, Enrico Michetti, peraltro espressione diretta di FdI, possa prevalere sul candidato del centrosinistra Gualtieri, esponente del Pd, che non ha mai nascosto le sue simpatie per il leader brasiliano marxista condannato per corruzione Lula, ossia colui che impedì che Battisti venisse estradato dal Brasile in Italia.

Dopo quasi 80 anni ancora si continua ad usare politicamente lo strumento dello “spaventapasseri” del fascismo come arma di demonizzazione dell’avversario e di distrazione della massa dai veri soprusi e violazioni anti democratiche che l’Italia sta vivendo in questi ultimi anni. Se si potesse riassumere ciò che è accaduto in questi anni, bisognerebbe dividerli in due periodi, il primo periodo a.c. (avanti Covid) e il secondo periodo d.c. (dopo Covid), in cui il secondo è stato caratterizzato da tutte le violazioni che sarebbero state impensabili nel primo periodo. Infatti, abbiamo visto violentare la Costituzione, con la legiferazione di atti incostituzionale che hanno violato i principi inviolabili come la libertà di circolazione e la libertà economica, ossia degli atti ministeriali, non aventi alcuna forza di legge, definiti Dpcm.

Inoltre, abbiamo visto imporre la sperimentazione di farmaci ancora sperimentali, con delle restrizioni coercitive (come il Green pass), che hanno penalizzato le nostre libertà e gli stessi lavoratori e di tutto questo i sindacati e la sinistra non si sono mai accorti e contro ciò non hanno mai pensato di organizzare alcuna manifestazione, ma ora hanno riscoperto il “pericolo imminente” del fascismo, peraltro ormai morto e sepolto con Mussolini, (come ci ha insegnato lo storico Renzo De Felice, con la sua monumentale e documentata opera sul ventennio e su Mussolini), riscontrandolo negli atti criminali di 100 delinquenti, contro i quali la Lamorgese non ha fatto nulla per prevenire le loro condotte delinquenziali e alla quale Landini non ha pensato di imputare alcunché e tanto meno il Governo ha avuto il ritegno di sfiduciarla o farla dimettere e di prendersi così le proprie gravi responsabilità per ciò che ha permesso che accadesse.

Quod erat demonstrandum (ὅπερ ἔδει δεῖξαι – Euclide)

Aggiornato il 12 ottobre 2021 alle ore 11:18