Da qualche settimana alcuni governi europei sono stati colpiti da una strana fretta di rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid mediante l’introduzione del Green pass, cioè, un permesso per le persone già vaccinate o, almeno tamponate, per accedere in determinate attività commerciali che restringe di molto la libertà dei non vaccinati, obbligandoli, di fatto, a mettersi rapidamente in riga. Questa discutibile opzione è stata esaminata soprattutto da Italia e Francia mentre non è al momento considerata da quasi tutti gli altri governi europei nonostante la raccomandazione della Commissione europea a uniformarsi sia stata rivolta a tutti gli stati membri dell’Ue. Questa brusca accelerazione appare forzata perché la campagna di vaccinazione sta procedendo bene ed è già stata inoculata almeno una dose al 65 per cento della popolazione vaccinabile che ammonta a 54 milioni di italiani. Le persone finora vaccinate sono, soprattutto, gli adulti over 65 e, sebbene manchino all’appello circa due milioni di over 60, l’emergenza sanitaria è molto migliorata rispetto ai mesi scorsi, anche se i nuovi casi e decessi sono gli stessi dall’anno scorso quando il vaccino ancora non esisteva. Ma l’introduzione del Green pass rappresenta un chiaro tentativo di vaccinare anche classi d’età più giovani e si tratta di una forzatura rischiosa perché la reazione al farmaco può variare da persona a persona, soprattutto se viene drasticamente abbassata la fascia di età fino a 12 anni.
La misura rischia di essere anche incostituzionale perché, nel nostro ordinamento, il Trattamento sanitario obbligatorio è ammissibile solo quando lo Stato può garantire il successo del trattamento senza mettere a rischio la salute delle persone, mentre sono stati segnalati dall’Agenzia europea del farmaco oltre 800mila casi di reazioni negative al vaccino in tutta la Ue. La Francia è stato il primo Paese ad applicare in modo rigoroso questa misura che verrà utilizzata anche in Italia, come annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa dello scorso 22 luglio. Sarà operativa dal 6 agosto e relegherà temporaneamente i non vaccinati ai margini della società, come accadeva alla popolazione di colore vittima dell’Apartheid in Sudafrica, a cui ha posto fine il presidente Nelson Mandela.
Secondo il mondo scientifico e una parte delle forze di governo di larghe intese (la Lega ha votato contro il provvedimento), l’intervento è necessario per bloccare l’aumento dei contagi nel prossimo ottobre quando l’Europa potrebbe essere colpita da una “quarta ondata”. Tuttavia, in questo momento, gli ospedali sono praticamente vuoti e preoccuparsi del possibile aumento dei contagi a ottobre potrebbe essere prematuro perché la vaccinazione procede spedita e potrebbe arrivare a breve l’immunità di gregge. La misura è stata introdotta anche per contenere la variante Delta, molto contagiosa per i non vaccinati, ma che non sta incidendo in modo particolare sulle ospedalizzazioni. Proprio la variante Delta potrebbe essere un effetto della vaccinazione e lo ha previsto il premio Nobel Luc Antoine Montagnier lo scorso gennaio in un’intervista ripresa da un nostro articolo del 26 maggio 2021. In effetti, Montagnier aveva ammonito che vaccinare in fase pandemica avrebbe prodotto varianti. Allo stesso modo, Montagnier aveva sostenuto che il Covid-19 avesse un’origine di laboratorio e molti scienziati lo avevano inizialmente deriso, salvo poi dargli ragione con un anno di ritardo.
Una consistente parte della politica italiana, soprattutto di centrosinistra, con l’aggiunta di Forza Italia, è favorevolissima al Green pass, mentre il provvedimento è stato aspramente criticato da Giorgia Meloni, che si è dichiarata contraria: “Draghi sta solo seminando terrore”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia. In effetti, la media quotidiana di decessi e nuovi casi non giustifica questa misura che obbligherà al vaccino anche i cittadini che temono un possibile “rigetto”. È assolutamente ragionevole che il governo si preoccupi in anticipo di cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi per non essere travolti da nuove ondate come accaduto all’ex premier Giuseppe Conte nell’ottobre del 2020. Tuttavia, Mario Draghi poteva continuare a vaccinare le categorie fragili, potenziare il trasporto pubblico locale e mantenere il distanziamento sociale senza punire i non vaccinati perché anche questa è una forma di “razzismo”. La misura è stata fortemente voluta dalle forze politiche di sinistra che storicamente hanno sempre avuto familiarità a mettere le mani “addosso” ai cittadini, soprattutto nelle loro tasche mediante l’aumento delle tasse.
La vaccinazione obbligatoria ha la stessa matrice dirigista perché la libera autodeterminazione delle persone è considerata eversiva di fronte alla ragione di Stato, anche se la situazione d’emergenza sanitaria incide notevolmente. Ma, il Green pass è comunque irrispettoso della libertà e della dignità umana perché tende a isolare ulteriormente persone già fortemente provate dalla pandemia che dovranno tamponarsi quasi ogni giorno oppure vaccinarsi sebbene non del tutto convinti. I media martellano di continuo sulla necessità di vaccinarsi sottolineando che in passato ci si è sempre vaccinati, ma i precedenti vaccini erano in circolazione già da anni. Quindi, è corretto non abbassare la guardia, ma il Paese non è in condizioni di emergenza tali da giustificare un obbligo vaccinale perché il ricatto del governo di “rimanere fuori” ha il sapore della vendetta e solitamente non è corretto vendicarsi su chi ha fatto solo una libera scelta che non reca danno. In compenso, i media hanno celebrato il fatto che, dopo l’annuncio del Green pass, è stato registrato un notevole aumento delle prenotazioni per vaccinarsi, soprattutto da parte dei più giovani. “Ma fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”, ha scritto il grande Alessandro Manzoni nell’ode “Il Cinque Maggio”, scritta nel 1821, in occasione della morte di Napoleone.
Il negazionismo del virus è destituito di qualunque fondamento, ma i comportamenti poco trasparenti come quelli della Cina sulle origini del Covid o i provvedimenti a rischio di incostituzionalità come il Green pass legittimano riflessioni da parte di un popolo come quello italiano che ha dimostrato di saper usare bene la testa fin dall’antichità in cui Roma ha dominato il mondo grazie alla sua forza militare, ma anche grazie alla maggiore disciplina mentale espressa dalle legioni romane che permetteva di avere la meglio sugli avversari in battaglia. Senza dimenticare la grandezza del pensiero filosofico latino testimoniato dall’eclettismo di Marco Tullio Cicerone che ha operato una memorabile sintesi tra gli elementi teorici e pratici del sapere. Nel massimo rispetto di tutte le opinioni che in questo momento circolano, non riteniamo che dietro al Covid-19 ci sia un piano per conferire al mondo un “Nuovo ordine mondiale”, ma riteniamo che a tirare le fila ci sia sempre il “Vecchio ordine delle cose”, cioè, la solita sete di denaro e potere che rende le persone capaci di approfittarsi di qualsiasi situazione, anche di emergenza sanitaria, volutamente creata da una guerra batteriologica preparata da tempo oppure da un involontario incidente di laboratorio.
Tuttavia, dopo lo scoppio della pandemia, al mantenimento del potere fine a se stesso, si è aggiunto anche uno sforzo pregiudiziale finalizzato al mantenimento della vita stessa da parte di soggetti che temono particolarmente il Coronavirus e che sono in grado di incidere pesantemente in sala comando. In proposito, va ricordato che già nel secondo libro della Retorica, scritto, in età matura, dal grande filosofo greco Aristotele, viene tracciato un articolato parallelo tra i giovani e gli anziani e questi ultimi vengono descritti come “coloro che compiono ingiustizie per cattiveria pura”. Attualmente il mondo è pieno di novantenni che non hanno nessuna voglia di mollare il potere come la Regina Elisabetta d’Inghilterra che ha 95 anni e non ha nessuna intenzione di far succedere al trono il figlio Carlo. La regina non c’entra niente con il Covid cinese, ma testimonia il dato, ampiamente notorio, che una fetta importante del potere è nelle mani degli ultraottuagenari che non hanno nessuna voglia di mollarlo, per cui il mondo tornerà alla normalità solo quando l’ultimo malato di Covid-19 risulterà negativo. E ci vorrà tempo, perché la battaglia è stata impostata male sin dall’inizio, con il tracciamento dei contagi che si è rivelato utile come arginare l’oceano con le mani.
Poiché l’esistenza stessa del Covid rende il mondo meno sicuro soprattutto per alcuni soggetti disseminati in ogni angolo del pianeta che gestiscono un enorme potere finanziario, mediatico e politico, assisteremo ancora a decisioni politiche irrazionali. In effetti, il governo di Giuseppe Conte ha tolto libertà alle persone fronteggiando una tempesta perfetta con mille morti al giorno e con le terapie intensive al collasso, mentre il governo Draghi ha obbligato il Paese a vaccinarsi con dieci morti al giorno e con le terapie intensive vuote. Sovviene, in proposito, un memorabile proverbio napoletano che fa emergere la indiscussa genialità di quel popolo: “Dicette accussì ‘a vecchia: ‘Aggio campato nuantanov’anne e vulesse campà n’ato, pe’ me ‘mparà ancora”. Che sta a significare il concetto, evidente, che anche i novantanovenni vogliono, giustamente, continuare semplicemente a vivere.
Aggiornato il 26 luglio 2021 alle ore 12:40