Bel risultato! Condonare – verbo finalmente sdoganato da Mario Draghi in conferenza stampa – le cartelle fiscali sotto i 5mila euro e fino al 2010. In pratica, ne restano fuori tre su quattro, come spiega “Il Sole 24 Ore” di domenica, di quelle che incombono minacciosamente sulla testa di tutti gli italiani – onesti solo nelle chiacchiere da bar – e per di più si tratta di quelle che nella maggior parte dei casi sono già cadute in prescrizione visto che risalgono a 11 anni orsono.
Questo condono – che era e che è necessario ed urgente – non si farà in pratica neanche stavolta. E il misero risultato spuntato da Matteo Salvini, che proprio non riesce a combinarne una giusta, serve solo per fare urlare “onestà, onestà” ai soliti disonesti intellettualmente dentro e fuori dalla politica e dalle redazioni dei giornali che li fiancheggiano.
Infatti, se gioire per un condono di una cartella già prescritta è da dementi, lo è ancora di più l’indignarsi per la stessa cartella. E quindi, Draghi o non Draghi, l’Italia si ritrova di nuovo sospesa a galleggiare nei propri compromessi. Né carne né pesce. “Ni come ni deja comer”, né mangia né lascia mangiare gli altri. Come “el perro del hortelano”, il cane dell’ortolano. Continuiamo così e la ripresa la vedremo nel 2030.
Aggiornato il 22 marzo 2021 alle ore 10:01