
“Per tutti i romani questa resterà la giornata della seconda liberazione di Roma, un momento storico”. A parlare così è Virginia Raggi. Beh, secondo me, troppo sopra le righe, signora sindaca di Roma. Perché con tutte le emergenze strette, l’esultanza si riferisce al fatto che secondo un provvedimento del Tribunale di Roma il movimento di ultradestra Casapound dovrebbe liberare di corsa lo storico edificio all’Esquilino, che occupa da diciassette anni. E le buche, la viabilità pericolosa, la super monnezza, le numerose occupazioni abusive che danneggiano la Città? Macché. Mai vista una Roma più “suburra” di quella del dopo lockdown, ma per Virginia Raggi “la liberazione” dei romani sarebbe poter sfrattare gli avversari politici che insidiano nelle percentuali proprio il Movimento 5 stelle. Sfratto “demagogicamente” richiesto dall’Anpi e dall’Agenzia del Demanio e finora mai eseguito, tranne far cadere la scritta “Casapound” sul fronte del portone, che collega culturalmente i militanti al poeta, economista, saggista e traduttore statunitense Ezra Pound. Come finirà questa volta?
“Lo stabile non sta subendo alcuno sgombero. Quello che è certo invece è che Virginia Raggi ha inaugurato la propria campagna elettorale, cercando di salvare il crollo di consensi”, ha scritto Davide Di Stefano su Il Primato nazionale, testata vicina al movimento avversario. “Succederà che verrà semplicemente notificato un atto ai responsabili in riferimento al sequestro preventivo dell’immobile”. Intanto è in corso una mobilitazione. Si potrebbe fare la storia del movimento dei cosiddetti “fascisti del Terzo Millennio”, scandagliare le loro imprese politiche e spesso solidali, indagare l’attività dei fondatori Gianluca Iannone, Simone Di Stefano e Roberto Fiore, e dei sostenitori da Luca Telese a Diego Fusaro oltre alla simpatia di Tiziano Ferro, citare insieme al giornale anche la radio e il gruppo musicale. In particolare si dovrebbe ricordare che se la legge Scelba vieta la ricostruzione del partito fascista, però per primi i padri costituenti si posero il problema dei luoghi dove far approdare la destra per ricollocarla piuttosto che destinarla all’estremismo.
E infatti sulla piazza i Casapound ci stanno come gli antagonisti delle “sardine”, per fare un esempio, ma con più storia, più tradizione e più attività a favore di cause sentite dai romani. Allora, chi lo auspica davvero questo sgombero e questa dispersione? Dove sono i veri motivi di ordine pubblico per incaricare la Digos? In prima fila c’è tutta la grancassa sinistrosa di Roma e i partiti politici. I 5 Stelle temono il sorpasso e i Fratelli d’Italia lo vogliono. Questo sì, ma le ragioni per cui dovremmo esultare sono ridicole se non preoccupanti. E preoccupante è che il giornalismo romano, decorato per Mafia capitale, non faccia battaglie indispensabili. La prima per pulire Roma, che dopo i mesi di “vuoto assoluto” si presenta anziché restaurata e lustrata, la città caput mundi della sporcizia tanto da chiedersi cosa è successo all’essere umano e non solo nei quartieri di periferia. Il Flaminio è una discarica, per dirne una. Ma c’è di più. Ci sono seri e gravi motivi di ordine pubblico da sanare con urgenza. In particolare per quanto riguarda gli abusivi che bivaccano lungo il Tevere e che hanno costruito accampamenti con case di cartone, divani, cucine e perfino gli orticelli, controllati da una muta di cani da combattimento che azzanno a morte. Morte vera! Non politica.
Sono i “pankabbestia”, come si definiscono, anonimi senza fissa dimora, clandestini pericolosi a cui anche la chiesa romana pare riconoscere il diritto di aver trasformato le bionde sponde teverine da Ponte Sisto a Ponte Duca D’Aosta in un set reale da romanzo criminale. Sei omicidi in pochi anni. L’ultimo aberrante. Di cui gira un video. Come per Bo Salomon, lo studente americano spinto in acqua e morto nel maggio del 2017 la sera stessa del suo arrivo per frequentare la Jhon Cabot University, per cui non si è trovato il colpevole. Stavolta il video mostra la morte atroce del 38enne romeno Emanuel Petrut Stoica finito a calci, pugni e morsi di cane. Tutti i sospetti ricadono di nuovo su Massimo Galioto, l’arci sbandato che vive sotto l’arcata di Ponte Sisto, già indagato per Salomon, che gira con un labrador feroce e il quale in pieno lockdown mandava in onda i suoi video sconclusionati dove diceva: “Semo io, er cane mio, un cannone ed una Ceres”. Questi soggetti, signora Raggi e tutti, saranno anche punk alternativi a sinistra, ma non conoscono Ezra Pound, altrimenti non direbbero simili scemate e non farebbero da fighi una vita atroce per cui vale l’impegno pieno e solertissimo della Procura di Roma.
Aggiornato il 05 giugno 2020 alle ore 11:21