Trump e Putin, il dialogo sottaciuto

Giorni fa è accaduto un fatto tanto importante quanto inspiegabilmete sottaciuto, forse perchè uno dei protagonisti è considerato un po’ villano, indossa brutte cravatte e cappotti di pessima sartoria con una capigliatura, poi, manco da parlarne!

L’occasione è stata data lo scorso 25 aprile quando il sito della Casa Bianca (www.whitehouse.gov), ha commemorato il 75mo anniversario dello storico incontro sul fiume Elba tra le truppe americane provenienti da ovest e quelle russe provenienti da est che pose fine alla Germania nazista e di lì a poco alla Seconda guerra mondiale.

Insieme alla rievocazione dei fatti il sito riporta una dichiarazione congiunta di Donald Trump e Vladimir Putin che sostanzialmente, dopo aver enfatizzato la stretta di mano sul famoso ponte e il sacrificio di milioni soldati dei due eserciti uniti per un’unica causa, afferma che lo “spirito dell’Elba è un esempio di come i nostri Paesi possano mettere da parte le differenze, creare la fiducia e cooperare nel perseguimento di una causa maggiore”.

Parole dal significato forte e inequivocabile che sottendono lo spirito di fondo che continua a contraddistinguere la presidenza Trump in modo molto differente da come viene fatto apparire dalla stampa internazionale e dai suoi stessi apparati a partire dal Dipartimento di Stato e dal Pentagono.

L’avvicinamento probabilmente tende ad arginare il rischio di una deriva di Mosca verso Pechino e di fronte al nemico comune la realpolitik può prevedere alleanze fino ad oggi impensabili.

Alleanze ideate però da due leader fuori dagli schemi che sicuramente troveranno i principali detrattori proprio tra i loro rispettivi staff e possiamo immaginare come la stesura di una dichiarazione così eloquente abbia trovato resistenza negli ambienti conservatori, quelli che sostengono la politica estera più ortodossa.

Alleanza che – se consolidata – oltre agli establishement domestici e a Pechino non sarebbe ovviamente gradita neppure alla Germania di oggi.

Un riscontro del nuovo feeling potrà già essere verificato a fine anno quando tra i due Paesi scadrà l’accordo “New Start” (New Strategic Arms Reduction Treaty) che prevede, in sostituzione dei precedenti e più noti Start 1 e 2, la progressiva riduzione delle testate nucleari, dei missili balistici intercontinentali e dei bombardieri pesanti.

Trump è fermamente convinto di rinnovare l’accordo ma è osteggiato da alcuni ambienti che vorrebbero far soggiacere la firma al fatto che anche la Cina si impegni alle stesse limitazioni negli armamenti strategici.

Diciamo che Trump, anche autore di quella telefonata per discutere con Putin la riduzione di produzione del greggio in linea all’Opec, sta portando un certo scompiglio nelle geometrie poco variabili delle politiche estere più tradizionaliste.

Non sappiamo che succederà, intanto ci è dato a sapere che si avvale di un assaggiatore prima di consumare i propri pasti.

Aggiornato il 30 aprile 2020 alle ore 12:34