Scorte e uso delle sirene, un appello al ministro dell’Interno

Nel maggio del 1942 ai generali americani arrivati a Londra per costituire il Comando alleato furono assegnate giovani ausiliarie del Corpo Meccanizzato dell’Esercito quali autiste. Faceva parte del reparto anche la futura Regina Elisabetta con l’incarico di meccanico di automezzi.

Le ragazze avevano il compito di scorrazzare gli alti ufficiali per i vari comandi della città con un solo divieto, non potevano suonare il clacson. Winston Churchill, infatti, aveva impartito questa particolare disposizione per rispetto dei cittadini che spesso non potevano dormire di notte poiché svegliati dalle sirene di allarme antiaereo e conseguentemente non dovevano essere disturbati anche di giorno con ulteriori quanto inutili segnali acustici.

L’attuale ministro dell’Interno pur non paragonabile a Churchill per statura politica, probabilmente ad esso lo si può accostare per maniere e rispetto della forma, anche in considerazione della sua carriera di provenienza. Qualora volesse costituirne un epigono in materia, dovrebbe emanare una più stringente circolare sull’uso delle sirene da parte degli agenti assegnati alle scorte di personalità.

Le personalità sottoposte a tutela o scorta di vario livello non sono poche in Italia, pare siano molte centinaia tra politici, magistrati, giornalisti, sacerdoti ecc. la cui necessità di protezione viene valutata da un apposito comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Ognuna di esse ha una o più auto di scorta munite di lampeggiatori e dispositivi acustici che dovrebbero essere usati in emergenza, come da direttive sui criteri di svolgimento del delicato servizio, mentre spesso servono per evitare fastidiosi intralci del traffico mediante un’interpretazione molto estensiva di quei servizi urgenti d’istituto previsti dai codici.

Risultato è che nei centri di grandi città, in particolare Roma, dove si accentra il maggior numero di autorità sottoposte a scorta, si deve sopportare una pressoché continua imposizione acustica da parte di auto con a bordo personalità sicuramente non a rischio imminente o perlomeno tale da non consentire la fila al semaforo rosso.

Tranne che non esistano dati diversi dalle statistiche ufficiali, l’Italia si pone ai vertici delle classifiche dei Paesi più sicuri d’Europa proprio grazie all’attività e alla professionalità delle forze dell’ordine che dal Ministero dell’Interno dipendono.

La percezione di un turista in visita al centro di Roma non è però quella delle statistiche perché in nessun’altra Capitale d’Europa o forse del mondo si utilizzano le sirene delle auto di scorta come esistesse un’emergenza continua e questo anche per non inficiare il vero uso che di esse devono fare le forze di polizia in intervento, le ambulanze e i mezzi di soccorso più in generale.

Una rigorosa circolare dovrebbe regolamentare in modo più incisivo la materia autorizzando l’uso dei dispositivi unicamente per le Autorità apicali dello Stato e per tutte le altre solo a seguito di giustificata comunicazione alla centrale operativa di riferimento da parte degli agenti adibiti alla scorta. Il provvedimento eviterebbe un inutile inquinamento acustico e l’eventualità che automobilisti assuefatti all’inflazione dell’uso dei dispositivi non cedano la strada a mezzi realmente in emergenza.

Ma, soprattutto, genererebbe la perenne riconoscenza dei cittadini, grati ad un ministro dell’Interno attento ai loro disagi come un tempo lo fu il più famoso premier inglese.

Aggiornato il 12 dicembre 2024 alle ore 10:23