
Matteo Renzi torna ad attaccare la magistratura sull’inchiesta della Fondazione Open. L’ex premier, ai microfoni di Radio Capital, sostiene di non credere “al sabotaggio per bloccare Italia Viva. Ma il processo non va fatto sui social. Noi aspettiamo i processi perché siamo garantisti. Dispiace però che si facciano perquisizioni all’alba a chi non c’entra niente, e che non è nemmeno indagato. Io non ho niente da nascondere, ma faccio notare che c’è qualcosa che non torna”.
Per Renzi “sulla decisione che Open sia un partito politico e non una fondazione mostra che siamo in presenza di una cosa enorme. Qui cambiano le regole in corso, cambia il gioco democratico. Io lo dico e, improvvisamente, casualmente, vengono fuori documenti sulla mia vita privata. Se fondare un partito è una decisione della magistratura e non della politica, siamo in presenza di un vulnus per la democrazia”.
Quanto alle critiche ai pm, l’ex segretario del Pd è convinto di insiste. “Ho solo criticato l’invasione di campo di due magistrati nella sfera politica e la risposta è la diffusione di miei documenti privati personali. Tuttavia non ho segreti. Io non ho mai parlato di complotto, non ho niente da nascondere, ma sommessamente faccio notare che qualcosa non torna: è evidente, e lancio un appello da questa radio, che il messaggio alle aziende è: non finanziate Italia viva se non volete passare guai”.
Renzi spiega che quando si indaga “significa che ti entrano in azienda, ti portano via i computer, i tablet, i telefonini e che ti bloccano e devi spiegare ai clienti che sei fermo perché hai dato soldi regolari. Un messaggio che quindi dice: se dai soldi a Renzi ti perquisiscono”. Il leader di Italia viva ha quindi ribadito di non aver nulla “da nascondere. Ma non vi sembra curioso – ha aggiunto – che uno possa ricevere avvertimenti’ di questo genere?”.
L’ex premier ha annunciato che oggi presenterà “due denunce penali e due azioni civili. Lo farò volutamente a Firenze e sono certo che i magistrati di questa città saranno solerti nel difendere il mio diritto alla giustizia. Auguro buon lavoro ai magistrati. Ma colpisce che chi ha fatto versamenti regolari e trasparenti venga svegliato con perquisizioni all’alba con 300 agenti. Se magistrati hanno scelto di procedere così avranno le loro ragioni”.
Intanto, la procura di Firenze avrebbe aperto un’inchiesta sull’acquisto dell’abitazione fiorentina di Matteo Renzi, una villa del valore di 1,3 milioni di euro. È quanto riportato oggi da alcuni quotidiani. Sull’esistenza di questa seconda inchiesta la procura di Firenze non ha rilasciato alcun commento. Secondo quanto emerso dalla stampa, nel giugno del 2018 Renzi avrebbe ricevuto per acquistare la casa un prestito da 700mila euro attraverso un bonifico eseguito dalla madre di Riccardo Maestrelli, imprenditore tra i finanziatori della Fondazione Open e anche nominato da Renzi nella cda di Cassa depositi e prestiti. La somma è stata poi restituita, ma l’operazione sarebbe stata segnalata come “sospetta” dall’Unità antiriciclaggio, facendo scattare le indagini.
Aggiornato il 28 novembre 2019 alle ore 18:22