
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex ad di Expo, è stato condannato a semi mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 45mila euro, nel processo milanese in cui era imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi-appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione Universale del 2015. La sentenza è stata emessa dai giudici della decima sezione penale.
È un Sala molto amareggiato quello che commenta a caldo la condanna a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 45mila euro, dopo la condanna a sei mesi nel processo Expo. La prima cosa che ci tiene a dire ai milanesi, però, è che “questa sentenza non produrrà effetti sulla mia capacita di essere sindaco di Milano”.
“Assicuro i milanesi - aggiunge subito - che resterò a fare il sindaco per i due anni che restano del mio mandato e lo farò con l’ambizione che conosco”. Se da primo cittadino Sala ci tiene a tranquillizzare i milanesi, da uomo ammette che per quanto riguarda il dopo, ora come ora non ce la fa a pensare ad un secondo mandato: “Di guardare avanti in questo momento - ammette - non me la sento”.
Del super manager che ha portato Expo al successo, del sindaco che ha appena vinto la sfida dei Giochi 2026, oggi c’è poco all’uscita dell’aula del tribunale dove Sala era imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione Universale del 2015.
Oggi c’è l’uomo, che riflette sul percorso, anche personale prima che professionale, che l’ha portato fino a qui: “Mi viene da pensare - dice ai cronisti - che io alla fine sono una persona resistente, l’ho dimostrato in tanti momenti delicati della mia vita e attingerò alle mie risorse per essere un’altra volta resistente e riuscire ad andare avanti”. C’è un “però”: “una sentenza del genere, dopo sette anni abbondanti, per alla fine un vizio di forma che non ha prodotto nessun effetto credo che - sottolinea rammaricato - allontanerà tanta gente onesta, capace, tanta gente perbene dall’occuparsi di cosa pubblica”.
La chiusura è un’ammissione della propria amarezza: “Questi sono i sentimenti che ho dentro e che ovviamente sono sentimenti negativi ma credo che siano anche giustificati, la mia conclusione è che oggi qui si sia processato il lavoro, ed io lavoro - sottolinea il sindaco manager - ne ho fatto per la comunità veramente tanto”.
“Non sono abituato a festeggiare le condanne altrui. Voglio leggermi gli atti. Da milanese sono orgoglioso di come è stato gestito Expo. Se c’è stato un errore verificheremo di che tipo di errore si tratta, però mentre a sinistra di solito festeggiano le sentenze contro tizio e contro caio, io da milanese non festeggio se il mio sindaco viene condannato”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulla condanna al sindaco di Milano Giuseppe Sala nell’ambito all’inchiesta Expo.
Aggiornato il 05 luglio 2019 alle ore 16:03