Caso Siri, Di Maio: “No all’autosospensione, si dimetta”

Il caso Siri continua a infiammare lo scontro tra Lega e Cinquestelle. Luigi Di Maio ha detto la sua rispetto all’ipotesi di un’autosospensione del sottosegretario leghista indagato per corruzione. “L’autosospensione – ha sottolineato il vicepremier grillino – è un istituto che non esiste. Esistono le dimissioni o il restare in carica. Se Siri sarà prosciolto da questa inchiesta, sarò io il primo a volere che torni. Ma non esiste l’istituto dell’autosospensione. Non ci prendiamo in giro. Ma non credo che il presidente Conte abbia voluto dire questo”.

Eppure, l’ipotesi dell’autosospensione sarebbe stata sostenuta dallo stesso presidente del Consiglio. Si tratterebbe di un escamotage che consentirebbe all’esponente leghista di restare, comunque, al proprio posto. Seppure, solo formalmente. “Non ho avuto modo di sentire Conte – ha chiosato Di Maio – ci incontreremo domani per il vertice intergovernativo in Tunisia. L’idea è ben chiara: il M5s chiede a Siri di fare un passo indietro e mettersi in panchina fino a che l’inchiesta non sia conclusa. Lasciamo il posto libero da sottosegretario ai Trasporti e quando l’inchiesta sarà conclusa potrà tornare”.

Sul caso Siri è intervenuto anche Matteo Salvini. Il vicepremier del Carroccio, parlando ai microfoni di Rtl, ha difeso, ancora una volta, il sottosegretario leghista. “I processi – ha detto il ministro dell’Interno – si fanno nei tribunali e non sui giornali o in Parlamento. Se invece decidiamo che uno si alza la mattina e dice questo è colpevole e questo no, questo è antipatico e questo è simpatico, allora chiudiamo i tribunali e diamo in mano a qualche giornale la possibilità di fare politica. Non faccio il giudice o l’avvocato e non ho gli elementi. Dico solo che non è da Paese civile che ci siano sui giornali fatti non a conoscenza degli indagati né dagli avvocati”.

Frattanto, oggi il legale di Siri, l’avvocato Fabio Pinelli, lasciando piazzale Clodio ha incontrato gli inquirenti. “Abbiamo comunicato di persona agli inquirenti – ha detto – che ci presenteremo spontaneamente in una data da concordarsi perché, come da subito detto, siamo e restiamo a disposizione della autorità giudiziaria”.

Insieme al legale di Siri, stamane ha incontrato gli inquirenti Gaetano Scalise, difensore dell’imprenditore Paolo Arata che è indagato per corruzione assieme al sottosegretario. “Rinunceremo all’udienza davanti al tribunale del Riesame che era prevista per il 3 maggio – ha detto l’avvocato Scalise –. Nelle prossime ore acquisiremo gli atti depositati dalla Procura e abbiamo manifestato agli inquirenti l’intenzione di essere sottoposti ad interrogatorio”. Il legale ha spiegato che “l’interrogatorio di Arata dovrebbe esser fissato nei prossimi giorni, e prima di quello di Siri. Prima dell’atto istruttorio posso garantire – ha sottolineato – che verificati gli atti depositati dalla Procura, nessun documento verrà diffuso”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aggiornato il 29 aprile 2019 alle ore 18:06