Ci salverà Magistratura democratica dai forcaioli a 5 stelle?

La nemesi è una cosa seria. Spesso nella tragedia greca agiva a mo’ di deus ex machina per risolvere i drammi ormai arrivati all’apogeo. Potrebbe capitare anche nella contemporanea e scialbissima vicenda della politica italiana. Ad esempio che ne direbbe il lettore se fossero proprio i togati di Magistratura democratica a salvarci dalle intemperanze forcaiole di questo governo? Basta leggersi il “Dubbio” di Sansonetti, che quasi ogni giorno ne intervista uno della “vecchia guardia”, per avere questa netta impressione. Magari sarà anche per via delle lotte di potere per il futuro Csm, ma tant’è.  

“Come – dirà subito qualcuno – proprio loro che hanno inventato il sostanzialismo nella giustizia?” Sì, proprio loro. Perché in fondo quel “sostanzialismo” nacque nel ’68 come reazione a una magistratura inquirente e giudicante tutta ingessata nel proprio ruolo quasi algido e esclusivamente formale che poi era quello in cui era stata ristretta dalla costituzione e dalla esperienza del fascismo e del codice Rocco. Poi vennero i pretori d’assalto, la presa del potere mediante l’occupazione della casematte dello stesso, come voleva Togliatti, poi vennero le inchieste figlie delle stragi di fine anni ’60 e inizi anni ’70, con i vari Violante e Caselli che divennero pm e giudici istruttori importanti nella lotta al terrorismo e poi alla mafia. All’epoca, il paradosso di Md era quello di credere che il fine potesse mai giustificare i mezzi usati. Senza capire che, così facendo, si arriva ai processi ad Andreotti, Dell’Utri - e poi Berlusconi - in cui a sedere sul banco degli imputati ci stanno i simboli umani più che gli uomini veri e propri. E i simboli spesso vengono accusati con teoremi più che con prove e fatti e si vede come poi finiscono le cose. Magari si può persino venire condannati definitivamente, a patto che certe  sentenze si occupino della riscrittura della storia patria più che delle motivazioni vere e proprie.

Oggi però che cosa c’è di nuovo per cui gli uomini di Md potrebbero salvarci dall’attuale andazzo forcaiolo?  La constatazione, anche e a partire da parte di ex come lo stesso Luciano Violante, che l’entrata nella gestione della politica giudiziaria di uomini come Piercamillo Davigo ha spostato l’asticella delle garanzie talmente in alto da non essere più raggiungibile. La giustizia non è più la lotta di classe con altri metodi - come utopizzavano gli ex pretori di assalto - ma una macchina infernale e auto referenziale che pretende di mettere sotto accusa tutto e tutti. E soprattutto i comportamenti “morali” delle persone. Cominciando dalla leggendaria casta dei politici e scendendo giù per li rami fino al pizzicagnolo sotto casa. In questo modo  però diviene la più o meno cosciente e gioiosa macchina da guerra repressiva di qualunque regime se ne voglia servire. E pertanto gli ex rivoluzionari in toga traditi dai loro colleghi, generalmente destrorsi e propensi al motto “meglio un innocente in carcere che un colpevole fuori”, oggi finalmente capiscono di avere creato un Frankenstein nel laboratorio. E quel che è peggio di averlo fatto fuggire dal loro stesso controllo. Ergo, per la nota legge dell’eterogenesi dei fini, o per l’inesorabile avvento della nemesi, come nella tragedia greca, saranno forse i forcaioli per motivi politici di ieri a salvarci da quelli da stato etico che si appropinquano minacciosamente oggi.

 

 

Aggiornato il 24 maggio 2018 alle ore 15:09