Sostituiti e sgretolati

Qualcuno lo definisce pericolo di “sostituzione”, riferendosi alla scriteriata accoglienza che da Mario Monti in giù il centrosinistra ha imposto al Paese.

In realtà il pericolo è ben più grande perché accanto all’ipotesi “sostituzione”, va messa quella dello “sgretolamento”, dunque meglio sarebbe parlare di “sgretolamento e sostituzione”. Del resto basterebbe chiedersi il perché fra la fine del 2011 e l’inizio del 2013 sono accadute almeno due cose a dire poco inquietanti. In quei tredici-quattordici mesi, guarda caso, furono “fatti fuori “in sequenza Silvio Berlusconi e Joseph Ratzinger, perché? Capirete che non può essere considerata casuale la coincidenza della doppia singolarità riguardante sia un Governo regolarmente votato e sia un Papa apparentemente in grado di continuare il suo pontificato. Eppure tanto fu e la sostituzione avvenne per dare inizio a un percorso che da allora ad ora è sotto gli occhi di tutti, tanto nei fatti quanto nei risultati.

Nel giro di sei anni l’Italia, che certo sia chiaro non scoppiava di salute, è finita in rianimazione. Non ci riferiamo solamente alle condizioni economiche, ma anche a quelle sociali, contrattuali, politiche e internazionali. In sei anni il debito è vertiginosamente aumentato anziché diminuito, la persecuzione fiscale ha raggiunto livelli ossessivi, la qualità dei servizi pubblici è diventata vergognosa, la disoccupazione ha toccato punti da allarme rosso e così la percezione della sicurezza.

Come se non bastasse, in sei anni, con una politica dell’accoglienza senza limiti abbiamo riempito e stiamo riempiendo il Paese di centinaia di migliaia di sconosciuti l’anno. Il risultato di questa scriteriatezza ha condotto l’Italia, dal Nord al Sud, a un livello di disagio, tensione e inquietudine territoriale come mai si era visto nella storia.

Dunque, per riepilogare da una parte la crisi economica si è aggravata, non ci si lasci illudere dai dati sulla crescita che girano, dall’altra l’Italia sta subendo una vera, costante e propria immigrazione di massa. Basta proiettare i dati in un futuro prossimo per capire che nel giro di qualche anno ci ritroveremo milioni di immigrati ai quali si è pronti a offrire la cittadinanza facile. In buona sostanza, il precipitato di questi anni e cioè da Monti in poi, ci ha resi per un verso sempre più obbligati a obbedire all’Europa e alla cancelliera Angela Merkel, per l’altro proiettati a disegnare un Paese demograficamente, socialmente e culturalmente diverso.

Ecco perché, tornando all’inizio del nostro ragionamento, tutto ciò con Silvio Berlusconi e Joseph Ratzinger sarebbe stato se non impossibile certamente molto, ma molto più difficile. Va da sé, infatti, che le posizioni intellettuali dei due personaggi (Berlusconi, Ratzinger) sarebbero state diverse rispetto a quelle che invece sono state assunte senza indugio in questi anni. Insomma, a pensare male è peccato ma ci si azzecca, diceva il divo Giulio Andreotti e guarda caso dal 2011 a oggi l’Italia si ritrova sempre più nelle mani della Merkel e sempre più esposta a una trasformazione socio-culturale-demografica. Ecco perché le prossime elezioni politiche saranno per il nostro Paese di un’importanza unica e straordinaria, anzi saranno determinanti per la sopravvivenza stessa di un certo modo di essere “Italia”, sia in senso storico e sia in senso democraticamente identitario. Ci si pensi dunque, perché la riflessione intorno all’ipotesi “sgretolati e sostituiti” è oggi più che mai tutt’altro che fantasiosa e peregrina.

Aggiornato il 20 giugno 2017 alle ore 23:05