Riunire il centrodestra

Ma cosa deve accadere ancora per condurre alla ragione la classe dirigente del centrodestra che, quando manca poco tempo alla data fatidica del 4 dicembre, non riesce con chiarezza ad avere un’idea comune e condivisa sul voto. Dalla lettura dei quotidiani si ha l’impressione che Silvio Berlusconi non attenda altro che ricevere un messaggio dal capo dello Stato avente ad oggetto la concessione della grazia. Berlusconi non ha bisogno della grazia, ma di ottenere giustizia da parte di una magistratura superiore. La strategia dovrebbe portare, anche in caso di vittoria del “No”, ad un riavvicinamento con il pifferaio fiorentino, che in questi ultimi tempi ha perso gran parte della sicurezza ostentata nel propagandare il “Sì”.

Lo scambio di insulti tra Matteo Renzi e Beppe Grillo dimostra una debolezza chiara a tal punto da far parlare di Golpe, nel caso di vittoria probabile del “No”. Il referendum costituzionale è un vero e grande pasticcio che gli italiani, questa volta - nonostante l’indegna e davvero illegittima propaganda effettuata dal Presidente del Consiglio, dal ministro Maria Elena Boschi e dal Governo tutto, che hanno superato ogni limite costituzionale occupando piazze e teatri ed inviando lettere induttive agli italiani residenti all’estero - capiranno non facendosi ingannare dalle false promesse e dalle mancette contenute nella legge di stabilità, e voteranno “No”, manifestando in questo modo il grande desiderio di tornare quanto prima al voto per potere scegliere da chi essere governati.

Al contempo il centrodestra deve darsi una regolata e Berlusconi, al quale gli italiani devono essere sempre grati (lo ripeterò sempre fino alla noia) per i meriti acquisiti nel 1994, deve non mettersi da parte ma partecipare alla ricomposizione delle anime pulite e belle della coalizione, da vero padre nobile. Ciò vuol dire che bisogna indire le primarie senza indugi, sollecitando persone di valore appartenenti alla società civile, delle quali non poter dubitare in relazione all’apprezzamento dei valori fondanti di una nazione che si rispetti, primo fra tutti l’amore per la Patria e la Famiglia, il tutto rafforzato dall’idea liberale che, per chi non lo sapesse, rafforza anche il principio della socialità.

Infine, mentre comprendo la reazione di Renzi alla boutade di Grillo che lo ha definito “scrofa ferita”, non condivido la risposta del pifferaio fiorentino che ha definito i sostenitori del “No” una “accozzaglia”; termine viceversa azzeccato per definire la sua coalizione, che comprende tanti voltagabbana come Casini, Alfano, Cicchitto, Verdini e tanti altri mestieranti della politica che per bramosia di potere hanno tradito.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:23