Cominciate a correre

Prendete la rincorsa anziché perdere altro tempo, cari signori del Governo, perché all’alba del cinque dicembre dovrete già essere parecchio lontani.

Vi siete sbagliati e di grosso, pensando che per vincere bastasse avere accanto Confindustria, banche, stampa radical chic e lo spread che, guarda caso torna a ballare. Infatti, questi non bastano, sono troppo poco di fronte al popolo, alla gente, alla forza della democrazia, quella democrazia che fate finta di non conoscere, ma che grazie a Dio c’è eccome. Si chiama volontà popolare ed è fatta dagli uomini e dalle donne di tutti i tipi, insomma dai cittadini normali, comuni, quelli che faticano ogni giorno e conoscono i problemi. Quella democrazia che sbeffeggiate e trascurate, ma che poi come in America e in Inghilterra vi manda a casa e vi sconfigge. Quella democrazia che vi irrita così tanto da tuonare addirittura contro il suffragio universale, invocando il ritorno al voto elitario per evitare “l’ignoranza popolare”.

Sono quasi tre anni che dai banchi del Governo blaterate tutti, mica solo Matteo Renzi, il Premier, infatti, lo avete imitato a puntino per fare danni e peggiorare il Paese. Da quando ci siete, il debito è salito, l’Italia si è riempita di clandestini, la crisi è tale e quale, la gente è esasperata, i disservizi esplodono e siamo in deflazione. Avete sbagliato tutto, previsioni, programmi, scelte, leggi, non c’è stato un provvedimento che abbia funzionato, dal Jobs Act al bonus degli ottanta euro, da Mare Nostrum ai ridicoli lifting della spesa pubblica.

La stessa sanatoria di Equitalia, per come sembra, sarà un flop rispetto alle promesse, perché come sempre vi manca il coraggio e il buon senso per capire la realtà. Cinque rate per pagare sono poche, pochissime e senza scalare gli importi già pagati, per una montagna di persone non sarà possibile aderire e tutto o quasi resterà nel groviglio fiscale più ridicolo e terribile.

L’Ape lo sapete bene è un’altra presa in giro, oltretutto anche su questa avete promesso una cosa e poi ne avete scodellata una diversa, fatta apposta per spingere la gente a rinunciare. Ma vi sembra normale togliere la tredicesima? Penalizzare del venti, trenta per cento un diritto sacrosanto negato dalla follia della Legge Fornero? Vi sembra normale un’operazione che sfiora l’estorsione quando c’è chi prende pensioni d’oro, vitalizi e benefici che non ha pagato in alcun modo? Vi sembra normale non intervenire per togliere questi privilegi che gridano vergogna al cospetto dell’equità previdenziale?

Cari signori del Governo, cominciate a correre, credete, vi conviene, più sarete lontani dagli italiani il cinque dicembre e meglio vi troverete. Vi è sembrato normale sperperare decine di miliardi per il Jobs Act, sapendo che esaurito il vantaggio iniziale i licenziamenti delle imprese sarebbero ricominciati? Pensate sia stato giusto non porre freno a una immigrazione che con la vostra politica si è trasformata in un’ invasione oltre ogni limite, che esaspera gli italiani? Tre anni fa, poco meno, avete giurato con il motto del vostro capo: “si cambia verso” e non è cambiato niente, file, disservizi, lavoro, tasse, burocrazia, sicurezza, giustizia, banche, è tutto come e peggio di prima. State lì ancora in piedi solo grazie a Mario Draghi, che se non ci fosse stato saremmo saltati come un tappo di champagne, altro che Governo Renzi. Come se non bastasse e non contenti del nulla e del peggio che avete messo in atto, vi presentate adesso al referendum per una riforma che peggiore non esiste. Per tirarla fuori avete imballato il Paese e il Parlamento, avete usato ghigliottine e diktat, voti di fiducia a gogò, avete imbarcato transfughi per maggioranze risibili, insomma avete fatto la qualunque pur di approvarla a forza.

Ecco perché il “No” è in netto vantaggio e non basteranno i fattucchieri a sostegno del “Sì”. Fino ad ora c’è costata molto più di quello che secondo voi ci farebbe risparmiare, oltretutto è una riforma che straborda di rischi, imprecisioni, confusioni e strafalcioni costituzionali. Insomma, cari signori, cominciate a correre perché noi non la vogliamo questa riforma e soprattutto non vogliamo più voi, siamo sazi e stufi di promesse, chiacchiere, sbrasate e prese in giro. E smettetela di fare come la volpe che non arrivando all’uva la bollava come marcia, perché quel “vigneto” non è vostro ma degli italiani, tutti gli italiani, si chiama sovranità popolare, si chiama democrazia e grazie a Dio ce la terremo stretta.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:57