
Quanti anni si sono persi con l’Europa tedesca di Merkel, Juncker e Schulz? Tanti. Nessuna politica economica è stata avviata o portata avanti. È Mario Draghi, da presidente della Banca centrale europea, che ha fatto andare avanti (malamente) questa Europa sbagliata. Anche la liquidità profusa dalla Bce peraltro non è andata a buon segno, nella totale assenza di progettualità o idee di politica economica di Juncker, Merkel, Hollande e, per quel che serve, (cioè niente) di Napolitano e dei governi mai eletti dagli italiani (Monti, Letta e Renzi).
“Trump non conosce il mondo. Con lui perderemo due anni”. Il tecnocrate Juncker ha biascicato roso dalla rabbia, facendo finta di non sapere quanto tempo ha fatto e sta facendo perdere lui alla presidenza Ue. Juncker ha in sostanza distrutto l’Europa con i suoi degni “compari” Merkel, Schulz e altri, che guarda caso non riescono a digerire la eclatante vittoria di Trump, finalmente Presidente degli Stati Uniti. Vadano dunque a casa Merkel, Juncker e Schulz, e la nuova Europa esisterà. Trump ha prontamente preso contatto con il primo ministro inglese Theresa May (e quella irlandese) perché è con l’Inghilterra che farà asse nel mondo, sul versante Europa. Finché cioè l’Europa tedesca non verrà cacciata e non diverrà nuova Europa, tutta da costruire, Merkel, Juncker e gli altri negazionisti delle vittorie dei moderati di destra nel mondo saranno la vera e propria perdita di tempo facendo da tappo con la loro presenza e rendendo impossibile andare avanti. È necessario adesso andare oltre l’Europa tedesca sbagliata, fallimentare.
L’Italia si deve liberare dei governi sinistri non eletti (Monti, Letta, Renzi) e andare ad elezioni democratiche nazionali. L’imbecillità del referendum, ennesima bufala e balla del più imbroglione di tutti (Renzi), mira a togliere del tutto libertà e voce agli italiani, consegnando il Paese a ciò che in gran parte è già: un regime antidemocratico e autoritario. Non a caso, insieme ai compagni comunisti, Renzi è corso a schierarsi con quello che pensava sarebbe stato il vincitore, portandogli ovviamente sfortuna. Gli imbroglioni barano e bareranno ad ogni elezione ma, come ha chiaramente dimostrato il trionfo di Trump negli Stati Uniti, la forza della democrazia, della libertà e della verità è più forte. Gli americani ci vedono benissimo.
Trump è pragmatico e non entrerà in conflitto con il mondo ma cercherà e costruirà alleanze, volendo la pace, economicamente produttiva. Farà investimenti pubblici in infrastrutture che porteranno lavoro e miglioreranno le condizioni degli americani. Abbasserà la pressione fiscale, rilanciando così i consumi. Sarà un novello Ronald Reagan, anche lui attaccatissimo dai sinistri arroganti e presuntuosi. La Clinton ha perso, non perché donna (in ogni caso la donna sbagliata), ma perché sarebbe stata e avrebbe rappresentato la prosecuzione, ove possibile peggiorativa, delle politiche fallimentari di Obama, il peggior presidente degli Stati Uniti. Le primavere arabe, l’Isis, la follia della guerra alla Russia di Putin (e in Europa) sono i “capolavori” della nefanda “politica” internazionale del “democratico” dei miei stivali Obama. È responsabile e colpevole cioè di avere reso il mondo e dato al mondo instabilità e pericolo, violenza, guerre e terrore allo stato puro. Gli americani devono ad Obama la perdita dei loro posti di lavoro e delle loro case, dell’azzeramento della classe media.
In Italia bisogna liberarsi di presidenti che, ammesso ve ne fosse stato ulteriore bisogno, hanno provato il loro credo consistente nella violazione della democrazia (tradimento del quale devono essere chiamati a risponderne) e che, oggi, non daranno mai agli italiani la possibilità di votare legittimamente e secondo democrazia. Si tratta di soggetti che ancora sperano di infangare, procrastinare, seppellire la verità e le numerose verità - democratiche - di cui hanno fatto spregio, usurpandole e disprezzandole.
È solo questione di tempo. Juncker (insieme a Merkel, Schulz, Schauble, Hollande e Napolitano) vada a casa, perché tutti noi europei vogliamo costruire l’Europa, quella vera. Lo si farà, in Italia; l’Italia cioè lo potrà fare solo andando a votare un proprio Governo e Parlamento eletti secondo democrazia. L’Italia necessita di rappresentanti liberali e popolari che mettano insieme i migliori ideali del nostro Paese, da quelli del liberalismo a quelli della destra democratica, fino a quelli del socialismo riformatore. A forza di voti ed elezioni democratiche in Italia si deve centrare una politica liberale, contro lo statalismo, contro la burocrazia, la sua oppressione e gli insopportabili privilegi, contro la tassazione vergognosamente alta. Gli italiani devono chiedere l’applicazione della democrazia, delle elezioni democratiche che consentano di individuare chi è in grado di fare l’Italia liberale, riformatrice e innovativa.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:14