
Evviva, evviva! Anche gli Americani che Winston Churchill aveva definito “Idiots” (cazzoni) si sono svegliati dal torpore nel quale erano precipitati durante gli otto anni fallimentari della Presidenza Obama, distruggendo con il loro voto il cosiddetto establishment americano propagandato dai mass media tutti fino a poche ore prima dal risultato finale che ha decretato la vittoria di Donald Trump sulla prediletta Hillary Clinton.
Non ho bisogno di spiegare il termine ma bastano poche parole per richiamare alla mente le classi dominanti e le strutture politiche, economiche, sociali e culturali i cui partecipanti governano e dirigono nell’interesse di una élite ben precisa, alla quale il neo eletto non apparteneva. Ciò vuol dire che il nuovo Presidente dello Stato più democratico e potente del mondo deve trasformare il disastroso establishment - creato e mantenuto a spese del popolo americano da parte di Obama - in una organizzazione consona agli interessi del popolo americano che negli ultimi anni ha subìto frustrazioni da parte del mondo intero.
Gli americani non hanno mai dimenticato le pessime figure dell’amministrazione democratica, che ha favorito con interventi sbagliati guerre e conflitti alle quali hanno partecipato, attraverso la Nato, i tanti Stati europei, costretti a condividere strategie fallimentari in nome della sacrosanta guerra all’Isis che non ha sortito alcun risultato concreto se non quello della inutile e dannosissima guerra a Vladimir Putin. A tal proposito, non posso non ricordare agli americani che dopo la caduta del muro di Berlino la Russia - che è governata da un regime oligarchico ma non dittatoriale - non è più da un pezzo la Russia sovietica di Stalin e che la “Guerra fredda” - opera comunque anch’essa degli americani - non ha più alcuna ragione di esistere, e che Putin non ha alcun interesse, per tutelare gli interessi economici e commerciali della Russia, a mantenerla in vita. Ciò non toglie che Putin, senza condividere a tutti i costi le strategie americane nella guerra all’Isis, abbia le sue idee che dovrebbero essere oggetto di confronto con chi vuole la stessa cosa, cioè la fine dello Stato islamico.
Ma veniamo al nostro piccolo ma glorioso Paese che, a causa delle fallimentari politiche renziane, portate avanti sotto il giogo della Nato e dell’Europa, sta soffrendo una crisi economica e sociale senza precedenti; una crisi determinata anche dalle stupide sanzioni decretate per il caso Ucraina, che non vuole accettare la volontà espressa dagli abitanti della Crimea che si sono sempre sentiti russi.
Con la sonora sconfitta di Hillary Clinton e con l’avvento del nuovo presidente degli Usa ci auguriamo tutti il mutamento radicale della politica estera statunitense, che invece di alimentare conflitti dimostratosi inutili e disastrosi favorisca con chi è disponibile al dialogo strategie di convivenza pacifica. Poi se c’è da fare una guerra seria la si faccia tutti insieme, perché solo così si potranno abbattere i regimi che vivono in nome di un Dio nell’odio e nella sola volontà di distruzione dell’Occidente.
Infine qualche consiglio al pifferaio fiorentino, che racconta bugie anche quando afferma di aver conosciuto Donald Trump (quando il tycoon non molto tempo fa ha dichiarato di non conoscere affatto Matteo Renzi), si affretti a trovare il modo di contattarlo, chiedendogli scusa per quanto dichiarato e sostenuto in favore di Barack Obama e della Clinton. Lo stesso invito va fatto ai media tutti ed ai sondaggisti di comodo, la cui brutta figura dovrebbe indurli a cambiare mestiere.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:50