Il miracolo renziano   della lottizzazione

Dunque, come aveva promesso il premier Matteo Renzi, i partiti sono stati cacciati dalla Rai. Il problema è che a comandare, come dimostra una lottizzazione monocolore senza precedenti nella storia del servizio pubblico, c’è solo la cordata che afferisce al genio fiorentino. Ovviamente la cosa ha suscitato un colossale vespaio, sia fuori che all’interno del Partito Democratico, inasprendo le sue lacerazioni e compattando ulteriormente il fronte anti-renziano su un “No” sempre più deciso in merito al referendum costituzionale.

Ed è proprio nel disperato tentativo di influire sull’esito dello stesso referendum che, a mio parere, si inquadra il tentativo di Renzi di trasformare la Rai in un servizio privato ad uso e consumo del monarca fiorentino. Tuttavia, al pari di altri monarchi “illuminati” che lo hanno preceduto, Renzi commette un errore fatale pensando di orientare il consenso attraverso un controllo assoluto dell’Ente di piazza Mazzini, soprattutto vista l’ampia offerta informativa che viaggia nell’etere e sul web.

Ma quantunque egli riuscisse a controllare l’intera informazione radio-televisiva, ciò non gli impedirebbe di andarsi a sfracellare politicamente sul suo grossolano errore referendario. Da questo punto di vista, ogni colpo di mano tentato dal Presidente del Consiglio non ha altro esito che quello di esacerbare ulteriormente nel Paese ogni forma di opposizione, allontanando sempre più la possibilità di uscire indenne dal boomerang del citato referendum. D’altro canto, se il cambiamento di verso vagheggiato per anni dal capo dei rottamatori si declina con la mascalzonata illiberale del canone in bolletta e la trasformazione della Rai in una sorta di miniver orwelliano, alias ministero della Verità, gli italiani non sono così sprovveduti da non capire che si tratta di una sòla, come si dice a Roma.

In sostanza, l’idea di rimuovere come birilli tutti i direttori dei telegiornali e dei notiziari al fine di diffondere in modo unilaterale le balle spaziali del genio fiorentino rappresenta l’ennesimo errore politico-propagandistico di chi, non avendo più nulla di sostanziale da comunicare al Paese, sembra aver perso la testa del tutto.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:04