
Che il Patto del Nazareno non fosse mai morto era chiaro. Del resto, da quando c’è Matteo Renzi una bella fetta di Forza Italia simpatizza con lui e lo aiuta quando serve.
Dunque, quale migliore soccorso del pericolo referendum? Ecco perché a partire da Gianni Letta in queste settimane chi conta accanto al Cavaliere ha infittito vicinanze e strategie. Del resto l’imponente escalation dei grillini ha messo così tanta paura ai gattopardi forzisti, oltreché allo stesso Renzi, da spingerli a tutto pur di resistere. In fondo è la stessa logica tripolare a condurre inevitabilmente a scelte che, per convenienza oppure ipocrisia, portano a soluzioni politicamente incoerenti.
Lo abbiamo visto in Francia, dove pur di non far vincere Marine Le Pen, la destra barzotta di Nicolas Sarkozy si è alleata con la sinistra ai ballottaggi. Ecco perché, anche in Italia, tra renziani e una buona parte dei forzisti, si inciucia per cercare di unire il più possibile centrosinistra e centrodestra in chiave antigrillina. È questa, almeno per noi, una logica inaccettabile e politicamente devastante, non solo perché l’inciucio per definizione non tiene alla prova del tempo, ma perché disorienta e allontana sempre di più gli elettori.
Come se non bastasse e lo abbiamo visto con le recenti elezioni amministrative, le pastette politiche portano l’elettorato più identitario a schierarsi contro a prescindere. Il caso Appendino ne è la plastica testimonianza. Oltretutto questo riguarda specialmente il centrodestra, ogni mossa di avvicinamento fra Renzi e Forza Italia non fa altro che spaccare sempre più il fronte ex Pdl/Lega.
Insomma, visto che il pericolo è rappresentato da uno dei tre poli (Movimento 5 Stelle), si cerca opportunisticamente di comporne uno in grado di batterlo attraverso la fusione interessata degli altri due. Sia chiaro, la politica italiana ci ha abituati a tutto e, specialmente da Mario Monti in giù, ne abbiamo viste e subite di cotte e di crude, ma una cosa è certa, non è con i patti come quello del Nazareno che si cambiano le cose. Al massimo, nel miglior stile gattopardesco, si lascia tutto tale e quale e, nel caso nostrano, se vincesse questa logica si consentirebbe a Renzi di regnare indisturbato in cambio di qualche concessione.
Comunque sia staremo a vedere, anche perché stavolta non solo la gente è esausta di una certa politica, ma lo stato del Paese è talmente esasperato da consentire risultati imprevisti e imprevedibili. Noi non abbiamo mai giustificato inciuci di nessun tipo, a partire dai ribaltoni che defenestrarono Silvio Berlusconi, ecco perché anche ora non accettiamo alcun patto simile. Vorremmo, al contrario, la rinascita di un centrodestra vero, liberale, repubblicano, laico e democratico, un movimento alternativo a Renzi, al cattocomunismo, all’ipocrisia radical-chic, vorremmo insomma un centrodestra anglosassone. Del resto, a partire dalla Brexit, tutta l’Europa si muove in questo senso e presto lo vedremo altrove nella Ue. Non capirlo o, peggio, fare gli struzzi, come sempre è accaduto in Italia, potrebbe stavolta condurre davvero alla definitiva rottura sociale.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:12