Una sconfitta olografa

Caro Renzi, lei ha perso e, anche se continua a mostrare i muscoli come Ercolino, il suo futuro è piuttosto segnato. Colpa sua.

Colpa sua perché è proprio sulla credibilità della politica, che lei tanto rivendica, che ha fallito, lei, Renzi, ha fatto di tutto per rendersi poco credibile. Lo ha fatto dopo il famoso “Enrico stai sereno”, dopo la promessa di saldare in pochi mesi i debiti della Pubblica amministrazione, dopo la garanzia che non avrebbe accettato trasversalismi opachi, che mai sarebbe ricorso a nepotismi. Lei ha perso perché troppo spesso ha suscitato speranze con le sue promesse senza realizzarle, perché in fondo ha rottamato per finta, perché non è stato né umile né misurato. Ha perso perché si è sempre fatto scudo del Presidente Giorgio Napolitano, oltretutto coinvolgendolo addirittura in modo inutile e infantile. Infine ha perso perché sulle riforme ha sbagliato ogni cosa che si potesse sbagliare.

Non si riforma la Costituzione a colpi di maggioranza risicata e voti di fiducia, non si riforma la Carta per legarla a una legge elettorale nata pro domo sua, non si cambiano oltre quaranta articoli contro così tanta parte del Parlamento. Come se non bastasse, lei ha personalizzato tutto, non solo il prossimo referendum, è dall’inizio del suo mandato che personalizza, non c’è stato atto che lei non abbia posto sul piano personale, o con lei o contro di lei.

Un Premier per sua natura dovrebbe tendere a spersonalizzare, a unire e mediare il consenso, a guardare oltre e lei invece ha dichiarato guerra a tutti. Oltretutto in troppe occasioni si è contradetto, ha dovuto rimestare su annunci improbabili e ha preso provvedimenti divisivi per la politica e soprattutto per gli italiani, a partire dagli ottanta euro. Non solo lo ha fatto, ma continua a farlo, basti pensare all’annuncio della chiusura di Equitalia, finito come altri nel dimenticatoio; eppure lei dovrebbe sapere quanto sia importante pacificare Stato e contribuenti. Mentre lei, infatti, ne annunciava la chiusura, anche per porre fine a una serie di storture insopportabili che hanno esasperato gli italiani, i vertici di Equitalia annunciavano l’invio di centinaia di migliaia di “affettuose” letterine.

Lei Renzi non può far finta, non può non condividere il fatto che gravare una cartella di multe, sanzioni, interessi, costi di riscossione, così alti da farla raddoppiare se non di più, non solo è ingiusto, ma rende impossibile il possibile. Insomma, da quando c’è lei in Italia si è spaccato tutto quel che poteva spaccarsi, il suo partito, il centrodestra, i sindacati, le associazioni di categoria, lei ha confuso il verbo rottamare con quello di spaccare. Se, infatti, il primo porta con sé un quantum di nuovo, ammesso che sia, il secondo rappresenta quanto di più antico al mondo esista, divide et impera. Oltretutto, in due anni e più, il Paese non è cresciuto come lei aveva garantito e tanti soldi pubblici sono stati spesi con risultati decisamente inferiori alle attese e lei sa bene che di soldi da spendere l’Italia non ne ha così tanti, anzi.

Infine, sorvoliamo, perché siamo liberali e garantisti, su tanti episodi, a partire dalle banche, che francamente così chiari non sono, tanto è vero, e lei lo sa bene, che se fossero accaduti sotto il Governo Berlusconi sarebbe venuto giù il mondo. Dulcis in fundo l’occupazione, il Jobs Act, siamo oggettivi, il rapporto spesa-resa è perdente, perché se è vero che qualcosa sia migliorato è anche vero che il male della disoccupazione rimane ancora insopportabilmente devastante.

Ecco perché lei ha perso presidente Renzi e il referendum al quale ostinatamente è voluto arrivare sarà la plastica testimonianza della sconfitta e degli sbagli, Nazareno compreso, che doveva e poteva risparmiarsi. Ecco perché Grillo è acclamato e lei contestato, ecco perché con tutta probabilità dopo di lei sarà proprio un suo ministro a realizzare, forse, tutto ciò che se lei fosse stato con i piedi per terra avrebbe plausibilmente realizzato e magari con successo.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:24