Brexit e la fine di un inganno

Come sia possibile affermare che, dopo quindici anni di Euro e di Patto di stabilità e crescita, l’Europa, così come è, sia la concretizzazione del sogno di libertà, giustizia, benessere e sviluppo, è incredibile. Incredibile per il disastro che viviamo, per la crisi che imperversa, per le divisioni che aumentano, per le ingiustizie che esplodono. Non solo in quindici anni (Germania a parte) tutto è peggiorato, ma quel poco di benessere che all’inizio del terzo millennio sembrava acquisito si è andato letteralmente polverizzando. È aumentata la burocrazia, è aumentata la disoccupazione, è aumentata la rigidità economica, è aumentata la barriera produttiva, la povertà relativa e la divisione fra Stati.

In quindici anni, insomma, è aumentato tutto ciò che di peggio potesse aumentare e il sogno sbandierato di benessere, ricchezza, fratellanza, crescita e quant’altro è andato a farsi friggere. Tanto è vero che ai soloni che difendono ipocritamente questa Europa non è rimasta che l’ultima demenziale scusa, quella della paura del terrore da inculcare qualora l’orrendo castello crollasse. Del resto questi ipocriti guru della felicità e della libertà, quale dato o indicatore che sia potrebbero mettere sul tavolo per dimostrare il successo e il trionfo di questa Europa? Ovviamente nessuno, per questo si rifugiano nella unica ragione che per definizione non è dimostrabile e cioè cosa sarebbe stato del nostro Continente se Euro e Patti relativi non fossero nati. Come se non bastasse, pur di non ammettere che quasi tutto è stato sbagliato e che siamo finiti in un mare di guai e contraddizioni, i garanti dell’Europa, ogni volta che si avvicina un evento di giudizio sulla Ue, iniziano con un’opera di terrorismo psicologico a tappeto.

È successo con la Francia, con l’Austria, con la Grecia, succede adesso con la Brexit, tutti i signori dell’Unione compatti a spaventare i cittadini sul rischio di un devastante disastro e di una catastrofica carestia. Insomma, il più facile dei trucchi che oltretutto permette alla speculazione di inzuppare il pane a mani basse, attraverso quelle incursioni al ribasso nelle Borse e nei mercati di questi giorni. Siamo in buona sostanza al festival della demenzialità e dell’ipocrisia che tocca il suo punto di massima testimonianza nella ottusità del non voler vedere non solo gli errori, ma che il sentiment dei popoli sta cambiando. Va da sé, infatti, che, se ovunque il fronte degli euroscettici tende a crescere in modo prepotente, una ragione ci sarà e di certo non può essere quella di un virus della follia che ha pervaso decine e decine di milioni di persone. Ma quello che veramente lascia di stucco è la pervicacia con la quale piuttosto che mettere mano a una grande correzione delle regole che hanno condotto al disastro, si insista con l’arma del panico e dell’angoscia. Insomma cari amici, non solo ci stanno imbrogliando ma sperano di riuscirci per poter continuare a lucrare e a far lucrare solo chi dicono loro.

Del resto se un grande Paese come l’Inghilterra, dove certo non c’è difetto di libertà, informazione, giustizia, democrazia, pluralismo, è arrivato, almeno dai sondaggi, a preferire la Brexit, un movente ci sarà. Ecco perché diciamo che tentare di scavalcare la Brexit senza risolverne le ragioni, significa solamente rimandare un appuntamento, inevitabile, ineludibile e cioè quello di un ripensamento totale dei patti, delle regole, dei vincoli che hanno strozzato tutto e tutti (Germania a parte). Piaccia o non piaccia, il fronte dei contrari a questa Europa non solo è crescente, ma ormai inarrestabile e se non fosse la Brexit prima o poi sarebbe da qualche altra parte, Italia compresa. Per questo la Brexit potrà essere la grande e ultima occasione di riforma profonda della Ue, di Maastricht, dell’Euro e dei suoi Patti, prima che tutto si sfasci sotto la spinta della insoddisfazione e della protesta. La verità è che non bisognava arrivarci, bisognava intervenire molto tempo fa quando i sintomi degli errori erano chiari ed evidenti, non averlo fatto ha portato, inevitabilmente, a tanto. In fondo è vero o non è vero che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico? Per chi avesse ancora dubbi la Brexit ne è la conferma.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:52