Viva le donne italiane

Dopo il primo turno delle elezioni amministrative voglio dedicare il mio pensiero alle donne che hanno affrontato la competizione elettorale in modo che definire eccellente è poco, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In questo momento storico politico il genere femminile dimostra di essere nettamente superiore a quello maschile sotto ogni aspetto, in particolare l’aspetto culturale e quello dell’intraprendenza.

Il sesso debole è ormai quello maschile e la dimostrazione, purtroppo, è data dall’efferatezza dei comportamenti di tanti uomini che non sanno reagire alla manifesta superiorità delle donne se non con la violenza, spesso portata all’estrema conseguenza del femminicidio. I recenti delitti che hanno avuto quali vittime belle ed intrepide donne ne sono l’esempio più lampante. Questa mia considerazione trova fondamento proprio nelle performances elettorali della mia collega Virginia Raggi nonché in quelle di Giorgia Meloni, a Roma; di Mariastella Gelmini a Milano e di Mara Carfagna a Napoli, per non parlare della leghista Lucia Borgonzoni che sfida nella città rossa, Bologna, il sindaco uscente Virginio Merola. Il conteggio delle preferenze, nonostante ormai la politica italiana da diversi anni ci abbia abituato all’indicazione dei partiti che scelgono il candidato vincente, è l’unico modo per individuare il gradimento dell’elettorato sulla persona che presenta la propria candidatura.

Se il medesimo ragionamento lo riferiamo ai candidati appartenenti al sesso maschile, possiamo prendere atto del fallimento completo dei candidati uomini sia pur supportati dai leaders indiscussi dei partiti. Ed invero, Silvio Berlusconi che aveva la possibilità di supportare con il suo indubbio carisma la Meloni, sicura vincitrice della competizione elettorale romana, non avrebbe avuto il grande dispiacere di vedere Forza Italia ridotta ai minimi storici nella città eterna. È vero che a Milano il discorso è diverso ma l’aver ricevuto dalla Gelmini il record delle preferenze la dice lunga sul gradimento dell’elettorato. Inoltre, pensate un po’, se il candidato Giovanni Lettieri a Napoli non fosse stato supportato dall’entusiasmo creato dalla Carfagna capolista di Forza Italia, il ballottaggio avrebbe avuto quale sfidante di Luigi De Magistris la renziana Valeria Valente, comunque sempre donna.

In tanti ci auguriamo che il Cavaliere finalmente prenda atto di questa realtà certamente triste per gli uomini, ma altrettanto esaltante per le competizioni future che speriamo ci faranno assistere alla rinascita culturale, sociale ed economica del Paese più bello del mondo, che allo stato attuale è considerato dai nostri partners europei un Paese da tenere sotto giornaliero controllo economico e finanziario. Il che vuol dire privo di autonomia ed indipendenza a tal punto da chiedere un po’ di “flessibilità” per favorire attraverso le giuste riforme, non quelle poste in essere dal pifferaio fiorentino, il ritorno all’antico splendore. L’Italia non ha alcun bisogno dell’avallo europeo per la sua prosperità economica e sociale, essendo sufficiente la genialità dei suoi abitanti sfruttata non già per l’esercizio del potere ma per favorire il progresso di tutti e non di pochi come è facile constatare ai nostri tristissimi giorni. In poche parole prendiamo atto di chi siamo, liberandoci una volta per tutti dai mestieranti della politica, tra i quali eccelle lo scout democristiano Matteo Renzi, campione di bugie ma anche di intraprendenza non finalizzata alla tutela del bene comune. Comunque viva l’Italia e viva le donne italiane.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:25