Roma: tra immondizia e coraggio (mancante)

È stato uno scandalo: esponenti politici che si rinfacciavano le responsabilità, cittadini con le mascherine alla bocca ed altri che dichiaravano a stampa e tivù che “tanto la differenza con gli altri giorni non è poi così evidente”, giornali che dedicavano pagine intere all’argomento. Per farla breve, l’altro giorno Roma era sommersa dai rifiuti. E non si poteva fare a meno di vedere in televisione la casalinga incazzata, il pensionato che (aderendo all’appello di tenersi la “monnezza” in casa) si ritrovava il balcone trasformato in mini-discarica, nonché il ristoratore disperato per l’olezzo che tanta immondizia forniva ai potenziali clienti del suo locale.

La campagna elettorale imponeva poi candidati a sindaco a scaricare sugli avversari (e sulle “altre"” amministrazioni comunali) le responsabilità di questo immondezzaio che ha trasformato la Capitale - nonché la città più bella del mondo - in una discarica a cielo aperto. La realtà, dura e cruda, è che Roma (e non solo) ha subìto gli effetti di uno sciopero degli addetti alla nettezza urbana il cui contratto nazionale è scaduto da due anni e mezzo: due anni e mezzo!

Sarebbe forse il caso che, anziché innescare campagne dedicate esclusivamente alle conseguenze, certa informazione si occupasse di più delle cause. Ma forse è anche questione di coraggio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:49