
Stefania Cacciani, candidata al Primo Municipio di Roma, ci ha accompagnati per comprendere quale umore serpeggi tra l’elettorato romano. “Una campagna elettorale davvero difficile - esclama Stefania - credo che simili malumori e tanta acredine Roma li abbia ospitati nel Dopoguerra. Io sono una psicologa, quindi comprendo i motivi che hanno permesso si sedimentasse tanto odio. Certamente l’amministrazione Marino e poi il commissariamento del Comune hanno esacerbato gli animi, soprattutto dei commercianti”.
Perché dice questo?
Mi occupo da sempre di sociale, ho lavorato con i centri anziani e con il disagio, che spesso sfocia in violenza sui più deboli. Nel mio peregrinare dal centro alle periferie e viceversa ho visto il quotidiano incremento della povertà. In dieci anni i commercianti si sono dimezzati, e spesso uomini e donne di circa ottant’anni sono tornati a lavorare perché i loro figli, con età tra i 50 e i 60, si sono ritrovati disoccupati. In un centro anziani nel Primo Municipio c’è un padre di quasi 90 anni che lavora ancora, perché la sua pensione non basta a mantenere la famiglia del figlio. Credo che l’effetto della Legge Fornero sia stato catastrofico su Roma più che in altre province d’Italia.
La disoccupazione è la base del disagio?
Non solo. Alla base c’è la scarsa capacità della Pubblica amministrazione di ascoltare il malessere. Le porto l’esempio del vigile urbano assenteista che in servizio si rivela aguzzino: un caso certamente circoscritto ed ormai al vaglio degli inquirenti, ma che ha minato nel centro storico il rapporto tra impresa privata e Comune di Roma. Secondo me se gli esercenti non si fidano più dell’amministrazione lo si deve ai cattivi funzionari. Ma voglio anche ricordare che, se quelle poche mele marce sono state individuate, lo si deve anche alla polizia di Roma Capitale che ha saputo individuarle.
Ma Roma è anche altro, è Acea, Ama, Atac… E allora?
Giorni fa ho incontrato i cittadini in coda, e in protesta, davanti alle sedi di Ama e Acea. Li ho incontrati insieme al candidato al Comune Fabio Fiesole. In quell’occasione è emerso che, ancora una volta, l’Ama ha spedito in ritardo, e con raccomandata pagata dai cittadini, le cartelle della tassa sui rifiuti. Così tantissima gente con basso reddito s’è vista recapitare richieste per centinaia d’euro, gravate anche dalla multa. Al danno la beffa: infatti delle multe recapitate in ritardo risponde sempre e comunque il cittadino. Voglio ricordare che a Roma non si riesce mai a sapere in anticipo il valore della cartella, mentre in città come Bologna, Milano e Bolzano è noto l’importo ben tre mesi prima. Ricordo ancora le parole dell’ex sindaco Ignazio Marino, s’arrampicava sugli specchi quando parlava del costo unitario della raccolta rifiuti, asserendo che a Roma costerebbe dieci volte quanto a Milano. Un assurdo se si considera che la differenziata dovrebbe portare ricchezza e non sottrarla.
Crede che i 5 Stelle possano vincere sottraendo tanti voti a destra e sinistra?
Non lo credo. Credo la protesta sia forte, ma non è pensabile che il voto venga fagocitato da chi promette solo di portare tutti in tribunale, un grande processo alla città di Roma: francamente il programma velleitario della Raggi, eterodiretta da Di Maio, rischia di trascinare Roma in una sorta di carestia medioevale, bloccando tutte le attività economiche.
Parliamo d’ambiente? Che ne pensano in Forza Italia di verde pubblico e animali da compagnia?
I forzisti sono animalisti e ambientalisti. Nel Primo Municipio insistono due grandi colonie feline. Vorrei che i giovani ambientalisti frequentassero i centri anziani per portare aiuto a chi ha animali da compagnia, ed è spesso impedito nell’accudimento per gli acciacchi dell’età. Un volontariato “giardini-animali” è nel mio programma.
E le derattizzazioni? La storia della “zanzara tigre” e del “topo salmone” è del Primo Municipio?
Questa domanda andrebbe rigirata a chi su “zanzara tigre” e “topo salmone” ha fatto pubblicazioni a spese dell’Ama. Comunque la zanzara si combatte con piccoli accorgimenti molto ecologici. Mentre il “topo salmone” non è affatto frutto di una modificazione genetica, bensì di un comportamento che induce i ratti a cercare cibo risalendo le fogne nel centro storico. Sono per le derattizzazioni, fatte professionalmente, preservando l’integrità degli altri animali.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:50