Renzi e l’Ape velenosa

Da ciò che si legge sulla proposta di flessibilità in uscita (Ape) elaborata dal Governo Renzi, c’è da vergognarsi anche solo a metterla sul tavolo. Altrettanta vergogna dovrebbero provare i sindacati, se iniziassero a discutere di una proposta che null’altro rappresenta se non un’estorsione ai condannati dalla Legge Fornero e un grande regalo alle banche.

Ora, che questo Governo sia prono rispetto alle esigenze del mondo bancario è noto, con la scusa che il sistema del credito è la linfa di ogni Paese, da anni gli istituti ricevono regali a mani basse da tutti gli esecutivi, ma tutto ha un limite. Studiare, infatti, un algoritmo tanto cervellotico quanto ingiusto per garantire ancora una volta lavoro e guadagno alle banche a spese degli aspiranti pensionati è veramente un atto spudorato.

Il prestito previdenziale, che consentirebbe l’anticipo pensionistico (Ape), da quello che fino ad ora è dato di capire, rappresenta l’unicum renziano di un insetto, l’ape, piena di veleno, ma incapace di fare miele. Insomma, l’ennesimo volgare pasticcio ai danni soprattutto di chi, grazie all’ingiustizia della Legge Fornero, si ritrova oggi senza pensione e senza lavoro.

Verrebbe da dire che questa proposta, che prevede non solo una penalizzazione forte per ogni anno di anticipo, ma anche l’obbligo di passare per le banche con conseguenti costi e difficoltà, potrebbe in realtà significare due cose entrambe inaccettabili. La prima, una sorta di approfittamento dello stato di necessità di chi non ha occupazione e nemmeno pensione; la seconda, un ipocrita sistema che proprio per l’eccessivo costo non può spingere che alla rinuncia. Comunque la si metta si tratta di una soluzione impresentabile e se poco, poco i sindacati la avallassero così, sancirebbero la loro inutilità a difendere le ragioni della cosiddetta parte debole.

Va da sé infatti che un Governo che, per motivi elettorali, ha speso e spende ogni anno dieci miliardi per gli ottanta euro, che si permette di non toccare la vergogna dei vitalizi e delle pensioni d’oro, non può in alcun modo dire che l’anticipo pensionistico è un problema di mancanza soldi. Con quale faccia, infatti, si chiede a chi ha versato per decenni denaro nelle casse pubbliche, fidando nella serietà del patto reciproco, di rinunciare a tanto pur di ottenere ciò che gli spetta? Con quale faccia si chiede a questi cittadini di doversi rivolgere alle banche, ben sapendo cosa significhi questo in termini di difficoltà, quando il patto i contribuenti lo hanno fatto con lo Stato?

Due domande che meritano una sola risposta: non c’è faccia che tenga se non quella della improntitudine, dell’ingiustizia, dell’inaffidabilità del Paese nei confronti dei suoi contribuenti. Sia chiaro, che una piccola quota possa essere stornata in cambio di ciò che si chiede è giusto, che si debba rinunciare a una fettina di pensione pur di anticiparla lo è altrettanto, ma che si studi ad hoc un sistema per prendere in giro i cittadini è una vergogna inaccettabile, punto.

Da noi, e solo da noi, grazie alla Legge Fornero dalla sera alla mattina si è gettato nella disperazione una enormità di persone e in questi anni si sono trovati e spesi soldi per tutto tranne che per questi. Si sono trovati miliardi per salvare il Monte dei Paschi di Siena, per erogare improbabili bonus elettorali, per sostenere diritti acquisiti scandalosi, per coprire voragini aperte dalle ruberie e dalla mala gestione della cosa pubblica, insomma per tutto e di più. Dunque, che oggi si inizi a parlare di flessibilità pensionistica con l’unico presupposto dei costi elevati e della scarsità di risorse è inaccettabile.

Per questo ci rimettiamo alla forza dei sindacati, posto che ne abbiano ancora; ci rimettiamo alla forza del presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, posto che sappia farsi sentire. Infine ci rimettiamo ai cittadini, affinché sappiano giudicare bene chi governa. L’Ape di Renzi è veleno, solo veleno per mortificare, indebolire, devitalizzare tutti quei contribuenti che hanno creduto in uno Stato affidabile; accettarla così, significherebbe autorizzarlo a insistere e persistere.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:24