L’illusione Capitale dei Cinque Stelle

Sul tema caldo delle elezioni romane, l’idea grillina di sistemare i guasti sistemici della Capitale a colpi di onesta buona volontà mi sembra a dir poco illusoria. Roma è affetta da un degrado che viene da molto lontano e, in estrema sintesi, costituisce la summa dei mali politici ed amministrativi di un Paese che sembra reggersi sempre più sui debiti e su una sorta di autoinganno collettivo.

A questo proposito, ricordo che oltre due decenni orsono, quando collaboravo con L’Indipendente - a quell’epoca diretto da Gianfranco Funari - pubblicai un’intera pagina di giornale sulla scandalosa condizione di Villa Glori, una volta denominata Parco della Rimembranza. Luogo quest’ultimo presente in molti libri di storia per via di alcuni garibaldini, tra cui Enrico Cairoli, morti in combattimento nel 1867, nel fallito tentativo di prendere la Città Eterna. “Casualmente”, nel giro di pochi giorni il sindaco Francesco Rutelli, fresco di elezione, fece iniziare una serie di importanti lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza del parco. Ebbene, dopo un periodo di relativa cura nella manutenzione ordinaria, attualmente Villa Glori si trova in condizioni che definirei imbarazzanti. Almeno metà dei 25 ettari che la compongono sono interamente coperti da un’altissima e intricata vegetazione la quale, per chiunque ci si avventuri, ha il magico effetto di riportare lo sguardo all’Era del paleolitico. Alcuni amici di vecchia data, visto che non vivo più a Roma dalle metà degli anni Novanta, mi segnalano che pure la limitrofa Villa Ada, polmone verde ben più vasto di quello citato, si troverebbe nelle medesime condizioni da giungla amazzonica. E non stiamo parlando dell’estrema periferia della nostra smisurata Capitale, bensì di zone verdi situate in quartieri semi- centrali nei quali vivono le fasce più benestanti della popolazione romana, fauna politico-burocratica compresa.

Ora, al di là di qualunque considerazione contingente, mi sembra evidente che se il comune più grande d’Italia, dotato di un apparato amministrativo colossale (si parla oramai di oltre 65mila dipendenti, includendo quelli appartenenti alle varie municipalizzate), non è in grado di trovare una pattuglia di volenterosi salariati abilitati ad usare il tagliaerba, ciò rileva una drammatica, diffusa e paralizzante disfunzione che oramai va ben al di là di qualunque coloratura politica. Trattasi a mio avviso, per l’appunto, di una disfunzione di natura sistemica, la quale chiama in causa l’intero assetto democratico del Paese.

Nel concreto si potrebbe sostenere che quella che alcuni definiscono democrazia acquisitiva, ossia la propensione della sfera politica a comprarsi il consenso regalando essenzialmente vitalizi e posti di lavoro inventati, raggiunga nella Capitale d’Italia la sua apoteosi. In sostanza l’amministrazione capitolina, come oramai accade in buona parte dello Stivale, si è trasformata in un immenso collettore di voti, creando nel corso delle cosiddette consiliature che l’hanno retta negli ultimi decenni uno strato di piccoli e grandi privilegiati il quale, nel complesso, si allontana sempre più dallo svolgimento delle più elementari funzioni comunali, tra cui quella di impedire che la vegetazione spontanea trasformi i parchi storici di Roma in una selva primordiale.

Ora, ritenere al pari della candidata grillina Virginia Raggi che sulla base di un libricino dei sogni, tutto infarcito di onestà e buone intenzioni, si possa modificare un malcostume oramai diffuso e interiorizzato nei singoli da alcune generazioni è roba che supera persino l’ottimismo della volontà del nostro premier cantastorie. Il caos che paralizza a tutti i livelli quella che un tempo fu la Capitale del mondo viene da molto lontano e non si cura, a mio modesto parere, dando tutto il potere ai soviet della Rete. Di fronte a situazioni tanto difficili e complesse, la semplificazione grillina del Governo degli onesti non può che peggiorare le cose. Se non altro perché ciò contribuisce a confondere ulteriormente la cittadinanza circa i reali problemi sistemici che l’affliggono.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:05