I poveri illusi   del Migration compact

Il principio che deve muovere l’Europa liberale e, a cascata, l’Italia, non è quello di distribuire soldi ai Paesi limitrofi all’Unione perché si tengano migranti, disperati e profughi, ma assicurarsi di mettere insieme un meccanismo comune in grado di circoscrivere, tamponare e limitare le invasioni migratorie.

L’Italia oramai è al centro ed il centro dei flussi migratori; addirittura ha superato la Grecia quale meta di sbarchi. Con la chiusura della rotta balcanica, gli arrivi via mare sulle nostre coste si sono impennati: sono già all’incirca 25mila i rifugiati sbarcati in Italia nel solo 2016, e siamo neanche alla fine di aprile. Sono per la maggior parte migranti arrivati dal mare e sono il 30 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ci ha informati del fatto che sono circa 6mila i migranti giunti in Italia solo negli ultimi cinque giorni. Sono africani che vengono dalla Nigeria (3.443), dal Gambia (2.363), dalla Somalia (2.018), dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio e dal Senegal. E arrivano e sbarcano nei porti principalmente di Augusta (4.574 arrivi), di Pozzallo (4.319) e di Lampedusa (3.071).

Sono ad oggi 111.984 i migranti ospitati in Lombardia con oltre 14.500 presenze, in Sicilia oltre 13mila, in Piemonte oltre 8mila, in Veneto e nel Lazio, dove l’altro giorno, precisamente nella Capitale, gli stessi romani hanno manifestato contro l’apertura di un nuovo centro migranti. Il Comitato spontaneo che si è creato sta gridando l’allarme, segnalando che “ogni giorno centinaia di cittadini dell’Est Europa vengono ad ubriacarsi sotto i nostri portoni, da mattina a sera, importunando i residenti. Non è di certo questo il posto dove creare un luogo di ristoro per migranti” ed è “inconcepibile poi che la stessa struttura - che si trova alla Tiburtina, “area già invasa da migliaia di migranti irregolari non identificabili” - venga lasciata utilizzare a chi ha già avuto chiuso un centro di accoglienza per motivi di sicurezza anti-terrorismo all’indomani degli attentati di Parigi”.

Seguono, quali “mete” per l’accoglienza sinistra il Molise, la Basilicata e la Valle d’Aosta. Premesso che non esiste che si “accolgano” gratuitamente persone che non si è in grado di integrare dando loro un lavoro, che in Italia non c’è, e premesso che il “lavoro” con i migranti lo hanno trovato, redditizio, solo Mafia Capitale e le Coop colluse, la recente proposta dell’Italia denominata Migration compact - gli Eurobond cioè all’Africa per frenare i migranti - rappresenta la pezza peggiore del buco.

Prodi ha pensato che per frenare l’arrivo dei migranti bisogna fare come e similmente a quanto fatto con il vergognoso, inutile accordo stipulato con la Turchia, e cioè dare soldi, tanti soldi e sempre i nostri soldi, in cambio della gestione dei flussi migratori. Si tratta cioè della creazione di Ue-Africa bonds che avrebbero lo scopo (teorico) di stimolare lo sviluppo e gli investimenti in materia di innovazione dei Paesi più in difficoltà, quelli da cui fuggono tutti quelli che ci vivono. Cosicché verrebbero limitate le partenze dei migranti economici, che non fanno parte dei “richiedenti asilo”, attualmente previsti dai patti stipulati in sede europea. I leader africani in cambio dovrebbero, come Erdogan in Turchia, garantire i controlli delle frontiere (che non controllano già adesso) e una riduzione dei flussi verso l’Europa, sfruttando anche le tecnologie messe a disposizione dall’Ue, che paga. E che svilupperebbe così una rete di infrastrutture per l’accoglienza gratuita e disastrosa già nell’immediato futuro.

Ovviamente la reazione di Bruxelles è stata grandemente positiva, innanzitutto perché, come è noto, i soldi sono degli europei e non quelli loro, difatti il primo ad avere esternato la propria contentezza è stato proprio il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, quello delle corsie preferenziali economiche per il solo suo Lussemburgo, nonché proponente dell’omonimo Piano Juncker tanto immaginifico quanto mai realizzato. E ovviamente grande entusiasmo è stato manifestato anche dal cosiddetto Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini. Il fatto è, sia detto qui per inciso, che diamo stipendi a molte cifre a eurocrati fondamentalmente non in grado neanche di immaginare le modalità con cui far fronte a sfide la cui portata decisamente li sovrasta. La strategia da seguire deve essere fondamentalmente pragmatica e di sostanza.

L’Italia, come la Turchia, deve farsi dare soldi e fondi per organizzare e condurre, da leader, a soluzione il problema che la riguarda in prima posizione. I cosiddetti Africa bonds non funzioneranno come non funzionano né hanno funzionato gli altri Eurounionbond mai voluti o consentiti dall’Europa tedesca. L’Italia non deve arrampicarsi sugli specchi con alambicchi alla Juncker, ma deve correre presto ai ripari e farsi avanti per la gestione del problema migratorio utilizzando i fondi europei.

Ciò per ottenere risultati concreti il prima possibile. I dati parlano chiaro, nel 2016 c’è già stato l’aumento del 30 per cento degli sbarchi sulle coste italiane. L’Europa è un pachiderma lento e fondamentalmente disinteressato adesso che i Paesi più attenti e pronti hanno elevato muri e recinzioni, controlli a destra e a manca. L’Italia non cresce e non dà lavoro, non produce ma pretende di “assistere” ed “accogliere” mandando allo sbaraglio, oltre i disperati migranti, tutti gli italiani. 

Dopo che la Merkel ha ceduto al ricatto con la Turchia dandole molti dei nostri soldi in cambio della promessa di fermare i clandestini e di raccogliere quelli giunti in Europa senza averne diritto, è necessario che il nostro Paese si faccia due conti e, riordinate e soprattutto “raddrizzate” le idee in senso liberale, democratico e anche capitalista, proceda a chiedere ed ottenere per sé i mezzi atti a dare possibile soluzione all’impellente problema.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:49