Parole e diplomazia   non ci salveranno

La finta pace scoppiata tra Matteo Renzi e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker non deve trarre in inganno. Si tratta evidentemente di una classica pantomima diplomatica la quale, però, viene immediatamente ridimensionata dal durissimo monito dell’Esecutivo Ue, che in un suo report pubblicato sul web definisce l’Italia “fonte di potenziali ricadute per gli altri Stati membri” e spiega nel dettaglio come “l’elevato rapporto debito pubblico/Pil, unito al deterioramento della competitività e della crescita della produttività, continui ad essere una fonte di vulnerabilità per l’economia”.

Non solo, in contrasto con le balle spaziali del premier italiano, nello stesso documento si legge che “la spesa pubblica è in costante crescita”, sempre più “sbilanciata” a favore degli anziani e gravata da costi del servizio del debito “molto maggiori” rispetto al resto della zona euro. Ma il peggio, a mio avviso, deve ancora venire. Quando i numeri reali dell’amministrazione Renzi mostreranno il loro vero volto, con un deficit di bilancio assai più alto di quanto riportano le stime ufficiali del Governo, le naturali preoccupazioni dell’Europa per il Paese di Pulcinella potrebbero diventare qualcosa di più.

D’altro canto, alla base delle smargiassate renziane sulla cosiddetta flessibilità c’è la chiara consapevolezza dell’importanza sistemica che riveste l’Italia nella zona euro. Ed è per questo che il primo ministro di uno Stato indebitato fino al collo, ma che si ostina a spendere oltre ogni ragionevole livello, malamente sostenuto da una economia distrutta da tasse e burocrazia, continua nel suo insopportabile atteggiamento da bulletto europeo.

Il diffuso timore di un effetto contagio determinato dal tracollo dell’Italia, tenuta sempre più in vita dall’ossigeno finanziario di Mario Draghi, costituisce un formidabile spauracchio per i membri più virtuosi e responsabili della Comunità europea. Sta di fatto che se il nostro disgraziato Paese non la smette di correre dietro agli incantatori di serpenti in servizio attivo permanente, le chiacchiere e la diplomazia di facciata non ci salveranno dal collasso di un sistema affetto da inarrestabile declino.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:49