I pifferi del premier

Sul tema sempre più scottante della cosiddetta spending review, o revisione della spesa che dir si voglia, mercoledì scorso abbiamo ascoltato una esilarante intervista radiofonica del commissario Yoram Gutgeld, successore del defenestrato Carlo Cottarelli, il quale ha svolto al meglio il ruolo di piffero renziano. Un ruolo che, è doveroso aggiungere, il capataz fiorentino pretende sia svolto con la massima efficacia, amplificando la sua linea tutta fondata sulle balle spaziali, pena l’immediata esclusione dal novero dei fedelissimi renziani.

In sostanza, alle domande di un sempre più perplesso Sebastiano Barisoni – conduttore della trasmissione Focus economia in onda su Radio24 – sull’andamento a dir poco discutibile dei conti pubblici, Gutgeld ha negato che la spesa dello Stato, come riportano alcuni studi in circolazione, sia cresciuta, malgrado l’apparenza dica tutto il contrario. A suo dire l’equivoco, che secondo le cifre della Banca d’Italia ammonterebbe ad una ingannevole esplosione della spesa pubblica di oltre 52 miliardi di euro nel 2015, si sarebbe generato a causa di una diversa contabilizzazione decisa dal Governo Renzi. Tant’è che lo stesso commissario alla spending review, di fronte ai dubbi della Ragioneria dello Stato, ha promesso di fornire a quest’ultima un documento dettagliato con cui svelare questo inverosimile arcano.

Ora, al di là del surreale balletto delle cifre, reso ancor più confuso da un Esecutivo che ha dichiarato guerra ai numeri, mi sembra evidente che la comunicazione dei pifferi renziani cominci a fare acqua da tutte le parti, dovendosi confrontare con la dura realtà imposta dalle leggi della matematica. E il peggio deve ancora venire per i vari Gutgeld, Padoan, Zanetti e compagnia cantante. Quando uscirà il bilancio consuntivo, tanto sul piano dei conti pubblici che su quello politico, dei primi due anni del Governo delle chiacchiere, sarà sempre più arduo spiegare al popolino credulone che la realtà parallela messa in piedi dal loro leader esiste ma solo in pochi riescono a vederla. Evidentemente, per comprendere il magico mondo renziano, abbiamo tutti bisogno di una nuova contabilizzazione del cervello. Poveri noi!

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:04