Un aforisma, un commento

“Le religioni politeiste sono molto più pragmatiche di quelle monoteiste. Infatti, immaginando che esistano più dei, massimizzano la probabilità che almeno uno di loro esista davvero”.

In un recente articolo giornalistico Umberto Eco sostiene che la violenza è più spesso associata alle religioni monoteiste piuttosto che a quelle politeiste. Gli è stato fatto notare da più parti che si tratta di una ipotesi del tutto infondata. In effetti, violenze e guerre, lungo la storia, hanno riguardato popoli le cui religioni erano indifferentemente dell’uno o dell’altro tipo. Più che altro, alla radice della violenza di qualsiasi matrice religiosa, c’è semmai sempre e necessariamente, il fanatismo, termine la cui etimologia, infatti, ha a che fare proprio con la religione e che poi è stato adottato anche nei riguardi di motivazioni laiche. Il fanatismo genera sia violenza sul piano individuale e della contesa fra gruppi o famiglie, sia guerre di vaste dimensioni. L’antico politeismo, nel contesto greco e in quello romano, disponeva persino di divinità ‘specializzate’ proprio in tema di guerra, come Atena o Marte, Ares o Minerva. Gli stessi dei, fra l’altro, davano il buon esempio poiché erano perennemente in guerra fra loro stessi e in molte circostanze esigevano sacrifici umani e altri generi di violenza.

Per il mondo antico l’esistenza degli dei era un fatto e non necessitava di fede. Il monoteismo, al contrario, presuppone un atto iniziale di fede e ne fa scaturire non una mitologia ma una teologia, generalmente orientata al Bene e alla pace fra gli uomini. Purtroppo, per il perseguimento della pace e del Bene i ‘fedeli’ se la devono vedere con gli ‘infedeli’ e dunque il fanatismo ha nuovamente modo di esprimersi in tutta la sua virulenza, sostenuto da precise e sofisticate giustificazioni teologiche.

Ciò che rende estremamente difficile il dialogo fra le religioni e, ancor peggio, la semplice convivenza fra religioni diverse è dunque la esclusiva e radicale credenza iniziale in un assoluto dal quale ogni religione è convinta di aver attinto la verità. D’altra parte, tutte le religioni hanno in fasi alterne mostrato atteggiamenti di pace o atteggiamenti bellicosi, tolleranza verso il ‘diverso’ o chiusura totale. Si tratta di un’alternanza che dimostra come anche sui comportamenti che dipendono dalla religione, agiscano altre variabili che non sono intrinsecamente religiose, come la saggezza, la riflessione filosofica, l’evoluzione del diritto, la convenienza economica e così via. Tutto ciò ha fatto e fa dell’uomo un poliedro di attitudini e profili tanto complesso da giustificare la massima prudenza liberale e non certo l’assunzione di presupposti dogmatici. Una soluzione che è stata faticosamente raggiunta fra tragedie di ogni genere ma che, nel mondo, pare non essere ancora arrivata al suo sviluppo completo.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:12