Ricetta Stronca Roma piace solo a sinistra

La nomina del prefetto Francesco Paolo Tronca a commissario del Comune di Roma è perfettamente in linea con il progetto politico di chi vorrebbe l’Italia gestita solo da due poteri, la magistratura ed il clero (ovviamente i seguaci di Papa Francesco). Strategia che porterebbe nel lungo periodo ad archiviare tutte le menti libere, appaltando la classe dirigente al solo partito dei giudici ed all’associazionismo volontaristico legato a postcomunisti e clericume filo Caritas.

Manovra che viene da lontano, da quell’operazione “mani pulite” che concertò la dismissione della classe dirigente per partorirne una nuova, figlia dei vertici della burocrazia. Una paese in cui la classe dirigente viene attinta dall’alta burocrazia non è mai un paese libero, anzi è vittima d’una sorta di cappa che impedisce si crei lavoro. Oggi Roma è una città morta, su cui nessun imprenditore scommetterebbe nemmeno il becco d’un quattrino, perché la strategia di Tronca (che d’ora in poi appelleremo come Stronca) è bloccare commerci ed attività artigianali, e perché dietro ogni opificio potrebbe celarsi il riciclaggio di capitali mafiosi: questo dubbio è alla base di ogni azione amministrativa del commissario Stronca. Anche la nomina dei sei subcommissari, che affiancano Francesco Paolo Tronca nella gestione capitolina, fa parte della succitata logica: Ugo Taucer, Iolanda Rolli, Livio Panini D'Alba, Clara Vaccaro, Giuseppe Castaldo e Pasqualino Castaldi sono alti funzionari del ministero dell’Interno, uno di loro è un tecnico della Ragioneria generale dello Stato. Ecco che su Roma si sta sperimentando l’affido delle aree metropolitane ai cosiddetti “tecnici”, perché per qualcuno la classe politica non avrebbe i numeri per gestire l’emergenza grandi città. Intanto nelle fila di “5 Stelle” (i grillini) serpeggia l’idea che solo un prefetto possa garantire amministrazioni specchiate, lontane dalla corruttela.

Francamente l’Italia dei prefetti ci ricorda non poco l’Italietta giolittiana, quella del “ministro della malavita” (appellativo con cui Giolitti è stato consegnato alla storia). Intanto i media ci ricordano che Stronca è “riservato e più tradizionale di Gabrielli”, e sottolineano che il commissario ha firmato la costituzione di parte civile del Campidoglio nel processo per “Mafia Capitale”. Per molti addetti ai lavori il processone spettacolo alla classe politica romana si dimostrerà una gigantesca bolla di sapone. Nulla da eccepire sull’ex prefetto di Milano, uomo di robusti studi (è laureato sia in giurisprudenza che in storia) e questo lo rende più simpatico d’un normale questurino. Parimenti la città s’interroga su cosa conosca di Roma, che non è quella raccontata da cronisti e libri di storia. Roma è di fatto una sorta di Shanghai, costituita lavorativamente nel privato su fragilissimi equilibri, il resto è solo pubblico impiego. Roma non è Milano, ma il prefetto Stronca ha sentenziato “adatterò il modello dell'Expo”. Ed il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha aggiunto “il Giubileo deve funzionare come l’Expo”.

Non si sono fatte attendere le prime sciabolate, ed al grido “la mafia si può e si deve colpire anche attraverso la pubblica amministrazione”: così è arrivato lo stop ai centurioni, vietando “qualsiasi attività che preveda la disponibilità a essere ritratto come soggetto storico a fronte di passaggio di denaro”. Così la polizia di Roma Capitale, oltre a perseguire chi s’aggira nel centro storico vestito da antico romano, ha iniziato a multare ed arrestare tutti gli artisti da strada, dai pittori ai suonatori, da chi fabbrica le collanine a chi vende libri usati. Un bel taglio orizzontale ad ogni lavoro ritenuto abusivo, e perché tra le finalità del commissariamento c’è azzerare ogni mestiere esercitato abusivamente. Certamente azioni ineccepibili dal punto di vista della legalità, ma un politico (figura assai diversa dal commissario) si sarebbe chiesto perché tantissimi romani svolgono lavori abusivi.

Facile la risposta: nella maggior parte dei casi si tratta di padri di famiglia, di disoccupati, di gente che certamente non gode dei pubblici appannaggi. Non poche migliaia di persone che difficilmente potranno ritrovarsi allocate con un regolare contratto di lavoro. Il divieto insiste Stronca “si impone ai fini della tutela della sicurezza urbana, in quanto i soggetti dediti a tali attività agiscono frequentemente con modalità inopportune, insistenti e talvolta aggressive, e del decoro del patrimonio artistico, storico e monumentale della città”. Tutte belle parole, ma si può dire ad un padre di famiglia che è meglio rivolgersi alla Caritas piuttosto che lavorare abusivamente? Puntuale il divieto ai guidatori di risciò: “divieto di svolgere in alcuni ambiti della città qualunque attività assimilabile a trasporto pubblico collettivo o individuale di persone con velocipedi a due o tre ruote con pedalata assistita”. Poi divieto per “l’attività ambulante su suolo pubblico per la vendita di tour turistici e di intermediazione per la vendita di biglietti di accesso a musei e ai siti di interesse storico artistico”. E non è che l’inizio.

Da voci di corridoio la ZTL (zona a traffico limitato) verrà presto estesa anche ai quartieri San Giovanni, Prati, Aventino e Monte Verde Vecchio. Tutte scelte che un politico non avrebbe mai preso a cuor leggero, certo che non si possa sempre agire con la mannaia. Il dado ormai è tratto. Per una certa zona del Partito democratico, Roma dovrebbe rimanere commissariata da Stronca per tutta la durata del Giubileo, e per evitare un ingorgo da “election day”. E c’è pure chi suggerisce che il commissariamento dovrebbe estendersi a sei mesi dopo il Giubileo, per scongiurare il caos in città. E’ noto che un commissariamento debba durare solo sei mesi, ma così lo trascinerebbero per diciotto. Quasi alle soglie delle scadenza naturale. Sorge il dubbio che il Pd preferisca una città stroncata piuttosto che confrontarsi con la sconfitta elettorale. L’elettore romano non è affatto fesso, e non potrebbe mai dimenticare chi ha caldeggiato prima la gestione Marino e poi quella Stronca.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:27