
Nel mentre Silvio Berlusconi sembra dare segnali importanti di risveglio incontrando, in occasione del congresso del Partito Popolare Europeo, la cancelliera tedesca, sulla scena politica irrompono il pifferaio fiorentino che in Sudamerica (dove nessuno lo conosce) non fa altro che raccontare balle con particolare riferimento allo spiraglio di ripresa economica che è l’occasione per inasprire attraverso il gioco delle tre carte la pressione fiscale, nonché il sindaco dimissionario Ignazio Marino che raccoglie intorno al Campidoglio un po’ di disperati ansiosi di dimostrare che la sinistra benefica e moralmente irreprensibile non è quella di Renzi che copia Berlusconi, ma quella del medico che, allontanato per motivi professionali dall’America, è giunto in Italia per moralizzare l’ambiente politico romano contaminato da Alemanno, che avrebbe concorso insieme a Buzzi e Carminati a creare il fenomeno che va sotto il nome di “Mafia Capitale”, ignorando che la campagna elettorale per la sua elezione a sindaco è stata foraggiata proprio da quel Buzzi con il quale compare in una fotografia chiarissima.
Ma torniamo a Berlusconi che viene ovviamente bistrattato da alcuni dei suoi fedelissimi che gli rimproverano di avere abbandonato la strategia della “responsabilità”, che tanti danni ha provocato agli Italiani allo stato difesi in modo illusorio dal M5S di Grillo che sfrutta il disagio e la protesta, da Salvini che cerca in tutti i modi di far diventare la Lega Nord un partito non più ancorato alla sciagurata strategia della secessione, portando avanti idee di ribellione e difesa del territorio nazionale dall’invasione di profughi e clandestini, che tra non molto modificheranno la struttura sociale del Paese. Pochi, in particolare la stampa e le tv, pongono attenzione alla destra vera, quella bistrattata e tradita da colui che per tanti anni ha avuto l’onore di rappresentarla quale erede di Giorgio Almirante. Parliamo di Gianfranco Fini, che oggi, dopo anni di oblio, cerca di riprendersi la scena, scontrandosi con l’unica grande donna che combatte sempre per risvegliare quell’orgoglio nazionale che è l’unico strumento per far riprendere all’Italia il posto che le spetta non solo in Europa ma nel mondo intero. Sto parlando di Giorgia Meloni che non ho alcuna remora, per la strenua battaglia che conduce, a paragonare alla più grande e bella donna del Rinascimento, Caterina Sforza, che difese la rocca di Forlì dall’invasore, quel Cesare Borgia figlio di Alessandro VI che voleva trascinarla nelle mura Vaticane per violentarla.
Ovviamente ai nostri tempi non vi è questo pericolo, ma chi combatte per le proprie idee e conserva l’amor patrio tanto caro alla maggior parte dei Paesi Europei, Francia, Inghilterra e Germania, ha il sacrosanto diritto di svolgere quell’attività politica utile al progresso del popolo al quale appartiene. Pertanto il redivivo Berlusconi prenda atto degli errori commessi e sostenga tutte quelle persone che come lui non hanno bisogno della politica per emergere, ma che sono pronti a combattere ed a sacrificarsi per il bene di tutti i cittadini. Se Salvini e la Lega organizzano una manifestazione in sintonia con i valori del centrodestra, quello vero, e se la Meloni decide di partecipare, Berlusconi non può disertare l’appuntamento in occasione del quale potrebbe dare il meglio di sé come fece nell’ormai lontano 1994.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:16