La mia generazione ha un altro modo di vedere le cose. La mia generazione esiste, ma non la troverete nella storia raccontata nel film Suburra. La mia generazione è altro dalla rabbia, dalla violenza, dalla vendetta, dalla cattiveria e dall’invidia. È altro rispetto a quanto si racconta, si dice o si vocifera. La mia generazione è disarmata, visionaria, corsara. Questa generazione di cui faccio parte è strana, non ha età e attraversa tutte le età. È una generazione di perduti, che fa la rivoluzione dei perduti, cioè di coloro che, malgrado tutto, ancora oggi, a 40 anni come pure a 20, non rottamano le persone, ma vivono di cose semplici, insieme, senza egoismi, gioiscono per una parola o piangono per un abbraccio, si stupiscono del cielo stellato e sono gli ultimi custodi del nostro futuro. La mia generazione è altro dalla superbia, dall’arroganza e dalla modestia. La mia generazione è altro da quella dei perdenti che sono andati al Potere e ora comandano, ma hanno rinunciato a loro stessi, si sono ingannati da soli, hanno venduto i loro sogni per denaro o per una poltrona.
La mia generazione è perduta perché è rimasta fuori dal mondo del malaffare, truffaldino e furbastro. È perduta perché da sempre precaria, disoccupata, sfruttata, ingannata, derubata del futuro. La mia generazione è geniale, ingenua, invisibile, intellettualmente forte, umanamente fragile, viva, sicura, sempre appesa a un sogno di libertà... Rinunciataria, a volte, ma rassegnata mai.
La mia generazione è perduta perché continua ad amare, a credere in una politica alta, a lottare per un mondo diverso e non è passata con i perdenti sulla torre d’avorio del Potere fine a se stesso. La mia generazione crede ancora nella vera amicizia e nella lealtà. I perduti non sono disperati, sono semplicemente dispersi. È diverso. I disperati veri sono i perdenti che, invece, hanno perso il loro sogno di libertà.
La mia generazione è ricca di quindicenni, di novantenni, dei nati negli anni Settanta. La mia generazione è altro dall’affarismo, dalla cupidigia, dalla violenza. È una generazione perduta perché ha tanti di quei sogni che la realtà di oggi non riesce più a contenerli tutti. La mia generazione è perduta perché ha preservato la propria dignità. La mia generazione è convinta che la forza delle idee possa cambiare il mondo e non rottama nessuno perché ciascuno è importante per l’altro.
I perduti sono altro dai perdenti che vediamo nei programmi del mattino o della sera. I perduti hanno le lacrime agli occhi e la voce spezzata, ma non si vedono e non si sentono. Possono soltanto scrivere o leggere.
(*) Presidente dell’associazione di cultura politica “il cantiere”
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:23