
Merkel e Hollande con Renzi/Napolitano al seguito, sembrano come quelli attaccati con tre dita al dirupo da cui cadranno. L’Europa tedesca ha temporaneamente smesso di fare le pulci ai suoi Stati membri ritenuti più deboli e quindi aggredibili come l’Italia, perché altrimenti salta e crolla tutto. L’Italietta di Napolitano/Renzi approfitta della debolezza e temporanea distrazione del guardiano tedesco per rubacchiare qualcosa per sé.
Dunque, ecco come passerà la manovra di “stabilità” italiana che non prevede nessuna spending review né tantomeno alcun tipo di abbassamento della tassazione agli italiani e che, per quello che si tira un pochino giù da una parte, riappare doppio da pagare dall’altra. In Europa è tenuto tutto formalmente in piedi con la massiccia dose di liquidità della Bce in corso di implementazione, e le leggi di stabilità oggi passano, eccome se passano, altrimenti salta l’intera Europa tedesca. Ma la realtà è sempre più ricca e ci sono invece due o tre fatti che, da ultimo, danno l’idea di ciò che sta succedendo in Europa, cui non si può né si potrà prescindere.
1) La Svizzera ha votato in massa a destra e contro ogni tipo di immigrazione, che non vuole dire solo quella di siriani o iracheni, dei profughi in genere, ma di tutti, anche degli italiani ed europei tutti 2) La Merkel continua indefessa a fare come le pare ed a decidere per tutti in Europa, dando oltre tre dei nostri miliardi europei alla Turchia di Erdogan per la gestione dei migranti dalla Siria, liberalizzando i visti turchi nell’area colabrodo Schengen. La Merkel ha in pratica scambiato soldi europei e sostegno ad una tardiva entrata della Turchia in Europa contro l’aiuto turco per fermare il fuggi-fuggi dei profughi in Germania. O meglio, l’Europa tedesca ha versato i soldi dei cittadini europei decidendo ancora e sempre da sola, alla Turchia islamica di Erdogan accusata non troppo velatamente di appoggiare lo Stato Islamico dell’Isis per risolvere la propria questione curda in sospeso. È solo di ieri, all’aeroporto di Istanbul, il dubbio “suicidio” della giornalista americana Jacky Sutton, dopo la morte, anch’essa in circostanze poco chiare, anche del precedente corrispondente. O, dopo la repressione nel 2013 di Gezi Park, la convinzione via via del popolo turco che la mano delle ultime stragi sia proprio quella di Erdogan per terrorismo a fini elettorali, o da ultimo il suo spegnimento di sette canali satellitari ostili al suo stesso partito. Si ricordi che Erdogan non ha vinto le ultime elezioni, che presto si voterà, e che il partito filo curdo è entrato in parlamento e ha mal visto l’intervento della Merkel nell’attuale agone elettorale.
Dopo lo scandalo della Volkswagen e dei Mondiali di calcio del 2006, con l’ennesimo scandalo alle porte della Deutsche Bank che segue quello della manipolazione dei tassi Libor, Euribor e Tibor, la Germania europea cerca di porre un freno da sé e per sé all’ondata di profughi che sta travolgendo il governo tedesco ponendo un argine, con l’aiuto turco retribuito dagli europei, all’esodo siriano verso la Germania. 3) La Croazia, la Slovenia e l’Austria gridano da un po’ al mondo che la situazione migratoria “è assolutamente insostenibile” mentre l’Ungheria, fresca di costruzione di muri e barriere metalliche protette da filo spinato con punti di registrazione sui valichi , ha annunciato al Parlamento, per voce del ministro degli Esteri, che “la barriera difensiva funziona, non ci sono praticamente più profughi in Ungheria”. Sul confine con la Slovenia, l’Ungheria ha ripristinato un controllo rafforzato, notificato all’Europa di Bruxelles. 4) La Siria di Assad, con l’aviazione russa ed a terra milizie iraniane e di Hezbollah, ha ucciso a sud di Aleppo cinquanta ribelli costringendo 70mila civili alla fuga, mentre i ribelli del Libero Esercito siriano sostenuti dagli Stati Uniti hanno ricevuto missili che hanno giudicato insufficienti.
È necessario in Europa tornare ai Trattati e a ciò che in essi è contenuto. Ripristinare la regola indispensabile del consenso democratico. Non si può fare capitolare lo stato di diritto di fronte alla realtà. Non si rincorre la politica di uno stravolgendo l’abito giuridico necessario di fronte alla realtà. Si tratta di operare un cambiamento sostanziale dell’Europa, nel senso non più della discrezionalità ma della responsabilità politica nelle scelte di una comunità di Paesi interdipendenti che si trovano di fronte a condizioni drammatiche di eccezionale gravità. È necessario proporre un progetto politico europeo. Chiedersi e rispondersi su chi e come governerà, in futuro, politicamente, l’Europa?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:31