Il delirio grillino

Le dimissioni del sindaco Ignazio Marino sono state accompagnate da deliranti manifestazioni di giubilo da parte del Movimento Cinque Stelle. Al grido di “onestà, onestà”, molti grillini romani hanno festeggiato quella che a loro dire sarebbe una sorta di liberazione della Capitale dal male assoluto. Con in testa il deputato Alessandro Di Battista, il quale contende da tempo a Luigi Di Maio il ruolo di delfino di Beppe Grillo, i pentastellati già immaginano di conquistare trionfalmente il Campidoglio nelle elezioni che si terranno, con molta probabilità, nel giugno del prossimo anno.

D’altro canto, dopo il disastro politico delle ultime due amministrazioni comunali, non si intravvede all’orizzonte chi possa organizzare a Roma una alternativa credibile, oltreché spendibile sul piano elettorale, al dilagante partito degli onesti che si raccoglie nel movimento della coppia Grillo-Casaleggio. Una opzione politica, quella dell’onestà proveniente dal basso, che potrebbe rappresentare una formidabile tentazione anche a livello nazionale, dato il vistoso calo di consensi che sta interessando l’anti-grillino per antonomasia: il Premier Matteo Renzi. E sotto questo punto di vista la Capitale rischia di diventare per il renzismo declinante una sorta di micidiale laboratorio politico che anticipa un possibile scenario italiano.

Soprattutto se, come molti osservatori liberali pensano da tempo, la ripresina in atto non dovesse consolidarsi, mettendo in luce l’avventurismo economico e finanziario dell’attuale Esecutivo, i grillini potrebbero dare una spallata decisiva al grande rottamatore, instaurando il primo Governo degli “onesti”. Le premesse sembrano esserci tutte, principalmente dopo la crescente e diffusa disillusione che gli annunci miracolosi di Matteo Renzi stanno determinando del Paese. Un Paese sempre più confuso e frastornato il quale, avendo sperimentato negli ultimi vent’anni ogni forma di illusionismo, non ci penserebbe due volte ad affidare le proprie ultime speranze all’armata Brancaleone degli onesti a Cinque Stelle. Quando la differenza tra competitori politici è data solo dalle chiacchiere, tutto può accadere. 

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:59