
Dopo l’incontro con il suo amico Putin, incontro quanto mai importante e positivo, non solo per l’Europa ma anche per l’Italia, i cui governanti, proni alla strategia quanto mai negativa dei leader europei, sudditi sempre della sciagurata strategia americana, responsabile dei tanti conflitti che stanno devastando i territori africani ed asiatici, dai quali provengono centinaia di migliaia di profughi, Silvio Berlusconi è sparito dalla scena politica, occupata purtroppo dai personaggi squallidi che pur di non mollare poltrone e privilegi sono pronti a tutto. E ci si meraviglia se l’ex democristiano Romano o Abrignani o Amoruso cambiano casacca, al seguito del faccendiere Denis Verdini, che appoggiando Renzi pensano di non sparire dalla politica salendo sul carro del vincitore. Questi signori altro non sono che dei voltagabbana che il popolo italiano, sia pure inerme e disilluso, non impiegherebbe un attimo a far sparire dalla scena politica (come accadde per il rinnegato Gianfranco Fini) qualora potesse tornare al voto.
L’Italia in questo drammatico momento non ha bisogno dei Peana di Papa Francesco, che dopo Cuba si reca a Washington per santificare Barack Obama confessando di essere anche lui figlio di immigrati, dimenticando il modo a dir poco barbaro con il quale i nostri immigrati furono accolti (il grande professor Zecchi ha ricordato il tristissimo evento) né tantomeno del pifferaio fiorentino che ogni giorno ci ricorda i tanti disastri provocati dalle sue riforme, tipo scuola e Pubblica amministrazione, nonché la riduzione della pressione fiscale che ormai supera il 50 per cento del reddito delle imprese e delle persone fisiche, senza considerare l’imposizione indiretta che tra contributi unificati, Imu, Tari Tasi e quant’altro, ha ridotto il ceto medio alla soglia di povertà. Preso atto dell’ennesimo tradimento, Berlusconi si limita a definire i fuoriusciti “traditori”, un po’ poco per coloro che si sono giovati in tutto e per tutto della sua influenza al pari del beniamino Alfano e degli altri democristiani riciclati.
Infine, gli italiani perbene e che lavorano assistono inerti al disastro nel quale versa la Giustizia Italiana non solo penale ma civile ed amministrativa, per gli errori quasi quotidiani commessi dai magistrati che costano allo Stato quasi un miliardo di euro, somma necessaria per risarcire i malcapitati. A tal proposito non era necessaria la recente pronuncia della Corte di Strasburgo sul caso Contrada per comprendere che il Reato di “concorso esterno all’associazione mafiosa”, frutto di una interpretazione estensiva di una norma operata dalla Cassazione, non è un Reato in quanto non previsto da una norma del Codice penale. Un grande servitore dello Stato martirizzato sta per morire e l’onorevole professor Dell’Utri potrà fare la stessa fine se non si pone rimedio quanto prima alla ingiusta detenzione. È questa l’Italia, Patria del Diritto, o è diventata un Paese del Terzo Mondo nelle mani di politicanti di mestiere e voltagabbana e di magistrati non sereni in quanto politicizzati. Sveglia!
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:21