Vogliamo votare

L’escalation politica di soggetti mediocri quali sono senza ombra di dubbio Renzi ed Alfano ha avuto inizio nel periodo che va dal 2011 ai giorni nostri, periodo contraddistinto dal grande vulnus portato alla Democrazia rappresentativa da un Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che ha acconsentito, complice purtroppo Berlusconi, a che il Governo eletto dai Cittadini cessasse di operare e che al suo posto operasse un Governo tecnico presieduto dal tecnocrate Mario Monti, i cui disastri purtroppo dureranno nel tempo.

Cessata questa funesta esperienza con il risultato di determinare il crollo economico e sociale del ceto Medio che non si è più risollevato, il Capo dello Stato, favorito nella strategia dalla Magistratura che ha da sempre avuto quale principale obiettivo la distruzione politica di Silvio Berlusconi, ha costretto quest’ultimo ed il PDL a dar vita all’altrettanto disastroso Governo delle Larghe Intese presieduto da Enrico Letta, nipote di Gianni Letta, consigliere privilegiato dell’ex Cavaliere, composto dal PD, dal PDL e da Scelta Civica, partito creato da Monti. Dopo neanche un anno dalla sua nascita, attraverso la farsa delle Primarie truccate indette dal PD, viene alla ribalta il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi che si propone al suo Partito quale Segretario rottamatore della vecchia classe politica, con riferimento ai Comunisti ed ai catto comunisti quali Bersani, e Rosi Bindi, e tra i denti il pugnale pronto a colpire il suo Compagno di Partito, Gianni Letta, costretto alle dimissioni.

Consumato l’ennesimo misfatto Democratico Re Giorgio nomina Capo del Governo proprio Renzi che da luogo ad una compagine Governativa che vede quali protagonisti gli stessi soggetti che avevano fatto nascere il Precedente Governo, escluso Berlusconi che folgorato non sulla Via di Damasco come San Paolo, ma sulla Via di Palazzo Grazioli, si era accorto del volgare complotto durato più di tre anni. Asceso alla Poltrona di Palazzo Chigi senza suffragio elettorale ma per volere di Re Giorgio, il Renzi porta con se alcuni esponenti del Centro Destra che nel frattempo avevano abbandonato Berlusconi quali Alfano, Lupi, Sacconi ed altri vecchi Democristiani, conferendo loro alte cariche ministeriali, fra le quali quella di ministro degli Affari Interni in capo ad Alfano, in nome del trasformismo molto in voga nella Politica Italiana. Ma vi è di più, il Pifferaio Fiorentino, sempre tramite la funesta influenza di un altro Nominato, Verdini, induce Berlusconi a stipulare un Patto sulle Famose Riforme subito tradito non appena si è trattato di eleggere il nuovo Capo dello Stato.

Storia normale tutta questa oppure rappresenta una eccezione nello scenario democratico Europeo, di questi tempi, a causa dell’invasione di profughi e clandestini, molto all’attenzione del Mondo intero. Eppure parlare di elezioni è vietato, anzi il Signor Renzi le minaccia per indurre se stesso e gli squallidi personaggi dai quali è circondato a votare compatti sulle riforme che allo stato, qualora venissero varate, rappresentano il peggio del peggio di quanto è in vigore. La riforma del Senato altro non è che il serbatoio di poltrone da attribuire ai “Trombati”; quella elettorale è una copia camuffata del Porcellum attraverso la quale i Partiti continueranno a nominare le persone tipo Alfano che farà di tutto per non scontentare Renzi, nella certezza che, ove si andasse a votare, avrebbe concluso la sua carriera politica e con essa i privilegi di cui gode grazie proprio a Berlusconi.

Infine in questi giorni si parla dell’attendibilità o meno dei sondaggi e del disorientamento di Berlusconi che si reca in Russia per far visita al suo amico Putin anzi che partecipare alla festa del “IL GIORNALE” diretto da Sallusti compagno della “virago” Santanchè. Per quel poco che può interessare la cronaca l’Amicizia del Cavaliere con Putin è molto più utile all’Italia dei rapporti quasi inesistenti di Renzi con i Maggiorenti Europei . In ogni caso l’attività dei sondaggisti può avere una qualche importanza solo se gli Italiani quelli per bene e che lavorano troveranno l’entusiasmo di tornare al voto, entusiasmo che può tornare soltanto con quella idea liberale che li ha svegliati dal torpore nel 1994. SE tornerà quell’entusiasmo il Pifferaio Fiorentino non avrà più scampo.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:08