Lo Voi: i giudici all’assalto della politica

Si è giunti al paradosso. Adesso si scrive che i giudici in Italia sono "forzati" ad occuparsi di politica, è così fanno "costretti" dai politici cattivoni che si servono di loro.

È lo stravolgimento della realtà che è l'esatto contrario. Di Pietro è stato "costretto" a darsi alla politica facendosi forte del trampolino di lancio del posto in magistratura? Greco e Colombo negli enti pubblici a nostre spese approfittando e per il solo fatto di avere fatto parte del team d'assalto di mani pulite durante tangentopoli, sono stati "costretti" a muovere le chiappe e ad andarcele a mettere a nostre ulteriori spese negli altri settori pubblici, all'interno della pubblica amministrazione?

E ancora più recentemente, i magistrati Emiliano, de magistris, ingroia, come anche Cantone o Sabella o Ferri, cioè giudici che non fanno i giudici perché nelle altre pubbliche amministrazioni, guarda caso in politica, ma conservando a nostre spese lo stipendio da magistrato, cosa sono se non giudico che hanno approfittato e profittano scandalosamente dell'essere giudici per occupare spazi e potere in politica? Sono "costretti" anche loro? Il giudice Lo Voi vorrebbe predicare bene non solo non vedendo tutto il corpo giudicante razzolare male ma, anche, falsando e travisando la realtà vera. Che non è l'uso che i politici fanno della magistratura (che c'è di sicuro ma che non fanno nei fatti a sfruttare perché i giudici stesso si offrono molto prima) ma l'uso per sè che i giudici fanno della politica, pilotandola e costringendola, questa sì, ad andare dove vogliono loro. Spesso nefandamente a sinistra, sbagliando.

Emergono infine realtà giudicanti totalmente armate in Italia contro la politica, per darle il verso errato voluto. Sono quella del Tribunale di Napoli che spicca avvisi e emana sentenze più che ad orologeria, si pensi anche solo da ultimo alla revoca della sospensione di De Lica che non avrebbe potuto e dovuto neanche presentarsi alla carica pubblica stante la legge Severino. Un tribunale, quello di Napoli, civile e penale, che appare molto vicino ai desiderata di Napolitano. È lo stesso che ha mandato l'avviso a Berlusconi ai tempi del summit internazionale? Un po' più calmino è oggi il tribunale di Milano, che forse ha abbassato un po' la testa dopo l'ignobile scazzo tra Bruti liberati e Robledo con cui è stato sputtanato consesso ed edificio dei giudicanti milanesi.

Da Trani giungono battaglie legali internazionali. Ma chissà quanti tribunali e corti ancora si faranno sentire, e come, rimanendo vivo e vegeto in Italia il problema numero uno dato dal'erraro rapporto tra giustizia e politica causa esondazione della prima e inefficacia e incompetenza, incapacità della seconda. Per ora i giudici dal posto stipendiato sicuro si avvantaggiano e lucrano sulle spalle di noi tutti, e i politici illegittimi vengono fatti gongolare, profittevoli, a tempo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32