
Con il caso Grecia, la Germania, o meglio questa Europa tedesca, ha perso in una manciata di giorni l’intero capitale politico che la migliore Germania di Helmut Kohl aveva costruito nel corso degli ultimi cinquant’anni. La Merkel ha trasformato la Grecia in un protettorato, sostanzialmente da punire, Tsipras o chi per lui. Non esiste nessun equilibrio tra politica e mercato in questa Europa tedesca, perché burocrati e tecnocrati che dir si voglia hanno esautorato la democrazia.
Tecnicamente oggi la Grecia ha rimborsato 6,8 miliardi di euro a Bce, Fmi e Banca centrale greca e al contempo è stato versato il prestito ponte da 7,6 miliardi, che serviranno a coprire le esigenze finanziarie solamente fino alla metà del mese prossimo. Nel frattempo, autorità greche e rappresentanti della Troika, stanno “concordando” un nuovo memorandum contenente le riforme da fare nei prossimi tre anni. Intanto Alexis Tsipras perde pezzi a più non posso, solo da ultimo il segretario generale della previdenza sociale greca (Ika), Giorgos Romanias, che si è dimesso dicendo di avere provato una “grande umiliazione” nel portare avanti le misure pattuite con questa Unione europea; misure che sono l’esatto contrario dei princìpi in base ai quali era stato scelto lui e lo stesso Tsipras dal popolo greco.
Dopo tre settimane di chiusura, sono state riaperte le banche in tutta la Grecia restando in vigore tutti i controlli sui capitali. Permane il limite di prelevamento di sessanta euro al giorno, le transazioni in valuta straniera continuano ad essere limitate, è stata aumentata l’Iva dal 13 al 23 per cento per ogni genere alimentare, mentre l’Iva per i trasporti è passata dal 5 al 10 per cento.
Il caso della crisi greca si ripeterà. Una volta che sono crollati, annientati, i princìpi della democrazia a ogni livello, sia dell’Unione che degli Stati membri, non possono che ripetersi crisi e disordini. I “salvataggi” saranno sempre più fantasiosi e le conseguenze saranno identicamente contro democrazia e dannose, posto che il refrain è sempre lo stesso: l’austerità. Non è un caso che il controllore sia innanzitutto la Germania della Merkel, in combutta con la Troika. Questa Europa è anni luce lontana dall’essere l’entità autonoma che si era cominciato a costruire. È il Quarto Reich burocratico-centralizzato imposto e inflitto alla cittadinanza europea. Gli ordini sono impartiti e i governi degli Stati membri hanno le mani legate per decidere checchessia.
L’Europa integrata della crescita economica e della stabilità del welfare non esiste. È necessario ricontrattare e riscrivere i Trattati, abolire per illegittimità i Regolamenti e gli atti che dal 1997 sono stati inseriti privi del consenso di tutti. Tamquam non esset. È necessario contrattare l’Unione politica europea tra Stati sottoscriventi, da cui procedere a rimodulare l’Unione monetaria e quella economica, anche in senso di unione fiscale. Senza un corpo politico, non sarà possibile oltre nessuna altra unione.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:15