
“Hanno spostato l’asse del discorso sulle comunità d’affido per minori, approvando una mozione che con un evidente gioco degli specchi non parla affatto del caso Forteto e respingendo la mozione d’iniziativa dell’onorevole di Forza Italia, Deborah Bergamini: così, ancora una volta, a Roma il Partito democratico si è dimostrato incapace di affrontare la verità dei fatti orribili cristallizzati ormai anche da una sentenza dell’autorità giudiziaria. Si tratta di un atto di codardia politica di chi non sa stare dalla parte delle vittime senza se e senza ma nel nome di una difesa oltranzista di un’ideologia che, ormai è evidente, ha fallito”.
È il duro commento che il capogruppo di Forza Italia, Stefano Mugnai, fa seguire alla mattinata di dibattito alla Camera sulla drammatica vicenda Forteto, i cui vertici sono stati condannati solo pochi giorni fa in primo grado dal Tribunale di Firenze con pene fino a 17 anni per abusi e maltrattamenti su minori affidati a persone all’interno della comunità.
Sì, perché “Il Forteto” non è una comunità di affidi per minori. Proprio no: “Là i bambini venivano affidati ‘a perdere’ – ricorda Mugnai – a famiglie che non erano nemmeno tali, bensì create ad hoc per ottenere i ragazzi e poi abusarne in ogni modo pensabile e anche, purtroppo, in modi inimmaginabili. Confondere le acque, da parte del Pd, finisce per intorbidire ancora di più una vicenda che già di per sé è raccapricciante e su cui vanno fatte saltare le coperture e le responsabilità politiche e istituzionali. Questo è lo scopo per il quale il Consiglio regionale della Toscana, su mia iniziativa, attiverà una Commissione d’inchiesta voluta anche da tutto il gruppo consiliare del Pd. I due livelli, regionale e nazionale, dovrebbero forse fare una chiacchierata”.
La sentenza del 17 giugno scorso, nel condannare i vertici del Forteto, ha tra l’altro chiamato a rispondere in solido la cooperativa stabilendo sovrapponibilità di fatto tra le due realtà: aziendale e comunitaria. Rispetto a questa dimensione oggi si è fatto un passo indietro: “Il tentativo di scindere cooperativa e associazione – ha affermato ancora Mugnai – è a dir poco maldestro. La mozione Bergamini chiedeva il commissariamento della cooperativa, auspicato per altro anche in Toscana da rappresentativi esponenti del Pd, proprio anche alla luce della sentenza. Non solo: a suggerirne il commissariamento era intervenuta anche una prescrizione degli ispettori del Mise antecedente all’insediamento del governo Renzi che poi, su questo, ha fatto marcia indietro e oggi ha tenuto la posizione. Ma è una posizione errata, che pensa di proteggere una realtà produttiva lasciandovi al comando le stesse persone che il Tribunale di Firenze ha giudicato colpevoli. Come scindere questo?”.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:28